Online tre video della conferenza del progetto europeo GroWInPro – della cui rete di stakeholder della società civile fa parte Sbilanciamoci! – organizzata con l’OCSE: tra questi l’intervento, illuminante, del premio Nobel Joseph Stiglitz sull’impatto globale delle nuove tecnologie sulle disuguaglianze.
Qual è l’impatto della trasformazione digitale sulla produzione e sulla distribuzione del valore? La prima conferenza annuale del progetto europeo GroWInPro – intitolata “Value creation and distribution in the digital era”, organizzata congiuntamente con l’OCSE e tenutasi il 27 e 28 gennaio scorsi – ha rappresentato un’occasione importante per indagare a fondo le conseguenze sociali ed economiche della rivoluzione digitale in atto.
Durante la conferenza accademici, esperti e rappresentanti politici e istituzionali hanno esaminato una vasta gamma di aspetti dell’attuale paradigma tecnologico, dalle dinamiche della produttività alle riarticolazioni della catena del valore globale, alle trasformazioni del modello occupazionale. Giovanni Dosi (economista della Scuola Superiore Sant’Anna e vicecoordinatore del progetto) ha avviato i lavori della conferenza con un intervento durante il quale ha illustrato come e perché i processi di innovazione e diffusione dell’“automazione intelligente” influenzino profondamente i pattern di distribuzione del reddito e del potere. A seguire, l’economista premio Nobel Joseph Stiglitz – membro dell’advisory board di GroWInPro – è stato protagonista del keynote speech della conferenza (“Bridging or expanding divides: value creation and distribution in the digital era”) centrato sulle conseguenze sociali della rivoluzione digitale.
“Questa volta potrebbe essere diverso”, ha ammonito Stiglitz. “La novità dell’intelligenza artificiale rispetto ai cambiamenti tecnologici del passato è che abbiamo creato un’innovazione che può apprendere”. Prima dell’arrivo del nuovo paradigma, l’innovazione aveva guidato la domanda di lavoro portando a un aumento dei salari. “Quell’innovazione ha generato una società più egualitaria, di cui tutti abbiamo beneficiato”, ha aggiunto Stiglitz: “Ma questa volta è diverso, l’innovazione tecnologica dei nostri giorni, se non adeguatamente governata, può portare maggiore disoccupazione e disuguaglianza nella nostra società”.
Una sessione speciale di chiusura della conferenza è stata inoltre dedicata a una discussione sulle misure e le politiche di cui i governi dovrebbero servirsi per affrontare le sfide del cambiamento tecnologico. Il panel conclusivo, presieduto da Chiara Criscuolo (economista dell’OCSE), ha visto la partecipazione di Fiona Scott Morton (economista, Yale School of Management), Pierre Régibeau (capo economista della DG Concorrenza della Commissione Europea) e Giovanni Dosi (Scuola Superiore Sant’Anna).
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