Genetista e divulgatore, è stato tra i fondatori dell’ambientalismo scientifico e un grande divulgatore. Da Huffington post.
Marcello Buiatti ci ha lasciato. Scienziato di fama mondiale, è stato uno dei fondatori dell’ambientalismo scientifico.
Era professore ordinario di genetica all’Università di Firenze, ma la sua figura non ha nulla di “ordinario” fin dalla prima infanzia, quando lui, di famiglia ebrea, fu salvato dai rastrellamenti nazisti del ’43 da un prete fiorentino che l’aveva nascosto. Da lì la sua vita è trascorsa tra ricerca scientifica e impegno politico e sociale, trovando nell’ambientalismo un punto di sintesi.
Tra i più giovani di una generazione pionieristica di fisici, medici, biologi, ingegneri, filosofi che hanno tracciato i fondamentali dell’ambientalismo italiano, Marcello era uno scienziato rigoroso che ha rifiutato di chiudersi nella cittadella del sapere, mettendo a disposizione di movimenti sociali e culturali le sue competenze.
Ha dato un grande contributo alla costruzione del bagaglio culturale dell’ambientalismo scientifico per contrastare quella cultura e quella ideologia che vuole l’economico dominante sulle leggi della natura. Un principio che è alla radice della crisi climatica e dei tanti guasti ambientali a cui abbiamo dovuto assistere in questi anni. La sua battaglia culturale ha mirato a spostare l’attenzione sui sistemi viventi e sull’evoluzionismo, per andare oltre i confini culturali del Novecento e collocare l’uomo dentro un complesso sistema di relazioni sociali ed ecologiche, dove la diversità è la garanzia della capacità di resilienza. Precorrendo quell’ecologia integrale ripresa poi da Papa Francesco nella Laudato sii.
Marcello sapeva che i guasti ambientali derivano dal voler trattare la natura come se fosse una macchina. Ma macchina e natura non sono assimilabili. “Se togliamo a un’automobile una ruota”, scriveva a fine anni Ottanta, “l’automobile non si può usare più, ma gli altri pezzi non cambiano in alcun modo. Basta infatti che rimettiamo la ruota perché l’automobile funzioni come prima”. Gli esseri viventi sono diversi “non solo non sono prevedibili ma si nutrono, vivono di imprevedibilità, di casualità, di invenzione”.
Forte di queste motivazioni, Marcello Buiatti è stato anche un grande divulgatore, per provare a scardinare le banalità prescientifiche troppo diffuse nella nostra società. Lo ha fatto nelle sedi istituzionali, con gli insegnanti e, soprattutto, collaborando con le associazioni, come Legambiente, di cui è stato da sempre socio e membro del Comitato scientifico, e Ambiente e Lavoro, di cui è diventato presidente. E, sempre, la sua ironia e arguzia, a cui l’erre arrotata aggiungeva fascino e stile, gli hanno consentito di trasformarsi in grande comunicatore.