La Germania ha un piano. Il più ambizioso e dettagliato tra quelli dei paesi Ue. Politica industriale green e per la mobilità con grandi risorse. Da collettiva.it.
le conseguenze del coronavirus, assicurare la prosperità, rafforzare la redditività futura, presentato il 3 giugno e frutto dell’elaborazione di una Commissione nominata dalla coalizione di governo, mostra come la Germania, dopo la pandemia, si candidi a esercitare un nuovo ruolo di guida in Europa. Tanto per cominciare, il riferimento all’Unione costituisce un contrappunto continuo, come per confermare che il governo tedesco intende commisurare le sue azioni a uno scenario continentale che non perde mai dalla sua visuale. Per questo aspetto, risalta la distanza dal documento francese per il rilancio dell’industria automobilistica nazionale, già commentato su questo sito, dove invece il profilo europeo dei problemi è di fatto ignorato, essendo l’attenzione imperniata sulla realtà e gli obiettivi della Francia. Rispetto a un simile approccio lo stacco del documento tedesco vuol essere netto ed evidente, quasi a convalidare il principio che non ci possa essere un interesse nazionale della Germania distinto dalla prospettiva europea. Una seconda differenza da rimarcare è la visione olistica sottesa al documento tedesco: non esistono problemi dell’auto che possano essere affrontati in maniera distinta da quelli della mobilità più in generale, così come non si può discutere di mobilità senza preoccuparsi di disegnare i contorni di un modello di sviluppo fondato sul principio della sostenibilità ambientale.
A chi legge, sia tedesco o no, viene inviato un chiaro messaggio: la necessità di ripensare le basi dell’economia dopo il coronavirus è un’opportunità che va colta per una sorta di revisione generale. La pandemia impone di fatto un’accelerazione e anche un salto di qualità nella definizione di linee di sviluppo che si distaccano da quelle seguite in precedenza, perché incorporano molto più decisamente la sollecitazione alla difesa e alla tutela ambientale. È evidente che, se la Germania saprà agire tempestivamente, essa influenzerà in maniera ancora più determinante del passato le politiche della costruzione europea. Ciò la sospinge verso una responsabilità maggiore e più elevata in seno all’Unione Europea, cui ha titolo per le risorse e le capacità che può mobilitare, incomparabili rispetto a quelle delle altre nazioni.