Cambiare verso è possibile, basta volerlo. Nella sua contromanovra da 27 miliardi, Sbilanciamoci! Suggerisce 84 strade alternative per uscire dalla crisi. Priorità: il benessere sociale delle persone e la salvaguardia dei loro diritti. Giovedì 27 novembre, la presentazione
Esistono alternative alle politiche di austerità, al massacro dei diritti del lavoro e sul lavoro, alla resa dello Stato ai poteri economici e finanziari globali? È inevitabile arrendersi all’allargamento progressivo delle diseguaglianze di reddito e sociali? Dobbiamo assistere inermi al dissesto idro-geologico che mette a soqquadro i nostri territori?
La contromanovra da 27 miliardi che Sbilanciamoci! presenta nel suo nuovo rapporto dimostra di no. Come ogni anno chiude in pareggio dimostrando che ribellarsi contro le scelte nazionali ed europee che piegano l’economia e la società italiane agli interessi dei più forti è necessario, è giusto, ed è possibile.
Sbilanciamoci! suggerisce 84 strade alternative per uscire dalla crisi scegliendo come priorità il benessere sociale delle persone e la salvaguardia dei loro diritti. Ricorda che la crisi è stata causata dai grandi poteri finanziari privati e che non colpisce tutti nello stesso modo. A pagare gli effetti delle ricette neoliberiste è quel 50% di famiglie italiane che hanno un reddito netto non superiore a 24.215 euro l’anno; sono i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro dalle scelte di delocalizzazione e di riduzione dei costi del lavoro; sono le donne spinte nelle mura domestiche dai tagli al welfare; sono i giovani per i quali lo studio non è più un diritto ma un lusso.
Cambiare verso si può: se il Governo ha la volontà politica per farlo è possibile compiere scelte diverse da quelle suggerite dall’Europa abbandonando la strada tracciata con le politiche di austerità, il patto di stabilità, l’obbligo del pareggio di bilancio e il jobs act. Rilanciare l’economia e l’occupazione si può ma non investendo nelle grandi opere, nell’industria di guerra e regalando risorse alle imprese. Lottare contro le diseguaglianze si può non aumentando, ma redistribuendo il carico fiscale dai poveri ai ricchi. Offrire protezione sociale alle famiglie si può ma con interventi strutturali e non compassionevoli e rinunciando alla spesa pubblica sbagliata: quella che premia l’istruzione, la sanità e la ricerca private; quella che alimenta il giro di affari che ruota intorno alle guerre e alla produzione di armi; quella che brucia le energie fossili che uccidono l’ambiente.
Fisco, economia, finanza, politiche industriali e del lavoro, ambiente, welfare, cultura e conoscenza, pace e cooperazione internazionale sono al centro delle 84 proposte che chiedono al Governo di cambiare orizzonte. Saranno illustrate in dettaglio, dalle 48 organizzazioni che aderiscono a Sbilanciamoci!, numeri alla mano, giovedì 27 novembre alle ore 11 presso la Sala del Cenacolo, in vicolo Valdina 3/a.
Per partecipare all’incontro è necessario mandare il proprio nominativo, entro le ore 12.00 di martedì 25 novembre all’indirizzo info@sbilanciamoci.org