Dall’8 all’11 novembre a Firenze si tiene l’incontro europeo “Firenze 10+10. Unire le forze per un’altra Europa”: movimenti, sindacati e associazioni di tutta Europa si scambieranno esperienze e proporranno le alternative alle politiche che hanno portato l’Europa alla crisi. Un appuntamento da non perdere.
Mai lasciarsi sfuggire l’occasione offerta da uno shock sistemico per portare a compimento la rivoluzione neoliberista, secondo il suggerimento di Milton Friedman. Mentre “mercati” e “tecnici” insistono fantasiosamente nel propagandare crisi e debiti pubblici come l’effetto di un’eccessiva spesa sociale e di un insostenibile costo del lavoro, assistiamo alla “strana morte mancata del neoliberismo” (Crouch), vera causa del disastro economico, sociale ed ambientale in cui siamo immersi. Nel frattempo i poteri economico-finanziari utilizzano la crisi per annientare i diritti sociali e del lavoro e per privatizzare beni comuni e servizi pubblici. La crisi finanziaria e bancaria, trasformata in crisi del debito pubblico, si è ulteriormente tradotta in crisi, anzi in agonia, della tradizionale democrazia rappresentativa, in un quadro nel quale persino i referendum popolari possono essere impediti senza scandalo (Grecia) o tollerati a patto di lasciarne in buona parte disatteso il risultato (Italia). Attraverso il fiscal compact e il six pack le classi dirigenti europee stanno a loro volta utilizzando la crisi per concentrare i poteri decisionali sulle politiche pubbliche, a partire da quelle fiscali, nelle mani di un’oligarchia priva di legittimazione democratica diretta, solerte portavoce dei mercati finanziari: Commissione, Bce, tecnocrazia. Una rivoluzione silenziosa dall’alto, nella quale, dietro lo sbriciolamento delle vecchie istituzioni rappresentative nazionali, non si intravede nessuna forma di nascente democrazia sovranazionale.
Una simile situazione richiede una forte e urgente risposta sociale su scala continentale. Iniziative e lotte non mancano, in varie parti d’Europa, ma rischiano di rimanere inefficaci perchè incapaci di incidere sulla dimensione che decide delle nostre vite: la dimensione europea del fiscal compact e delle politiche di austerità; più in generale, la dimensione sovranazionale in cui si muove il finanzcapitalismo e dove si è inesorabilmente spostato il conflitto fra capitale e lavoro, ambiente, beni comuni. Se ogni movimento resta confinato nello spazio nazionale e nella difesa del suo singolo pezzetto, se ciascuno resta chiuso nella propria crisi, difficilmente ne verremo a capo mentre populismo, estrema destra e xenofobia si rafforzeranno sempre più, con esiti prevedibili. In direzione opposta possiamo tentare di unire le forze per un’Europa dei diritti e dei beni comuni, mostrando che esiste un demos europeo più forte dell’Europa dei “mercati” e della Bce. Firenze 10+10 vuol contribuire all’elaborazione di una strategia comune dei movimenti in tutto il continente, capace di guardare al prossimo decennio (+10) e non solo all’immediato domani. Firenze vuol contribuire a ricostruire le precondizioni di una mobilitazione paneuropea coordinata ed efficace, in grado di opporre un processo costituente dal basso alla rivoluzione oligarchica dall’alto e un nuovo patto di cittadinanza al fiscal compact.
Sono cinque le aree individuate per la costruzione di alleanze, nei quattro giorni di incontri (8-11 novembre 2012): democrazia; austerità, finanza e debito; lavoro e diritti sociali; beni comuni e servizi pubblici; Europa nel mondo. Pur nelle differenze, reti e movimenti sociali condividono oggi più di ieri alcuni elementi fondamentali dell’alternativa, come dimostrano i numerosi documenti simili elaborati negli ultimi anni. A queste proposte e rivendicazioni occorre però dar più solide gambe sociali, uscendo dalla frammentazione attuale, coinvolgendo nuove forze ed individuando consensualmente alcune azioni o iniziative da poter fare tutti assieme.
A Firenze confluiranno i “vecchi” movimenti altermondialisti e attivisti dei nuovi movimenti sociali – acqua e beni comuni, occupy e indignados – ci saranno gli operai e le reti di “economisti critici”, gli ecologisti e le femministe, i No Tav e i loro “gemelli” europei che si battono contro le grandi opere inutili e imposte, sindacati di base e confederali, studenti e migranti, le reti per una nuova finanza pubblica e contro il dogma del debito, il mondo dell’associazionismo e del volontariato. Vi confluiranno processi come la Joint Social Conference e Un’altra strada per l’Europa. L’elenco delle adesioni è lunghissimo: centinaia di movimenti ed organizzazioni che vanno dall’Islanda alla Grecia, dalla Russia al Portogallo, con delegazioni dall’Est Europa, dal sud del Mediterraneo e dai paesi delle primavere arabe (Tunisia, Marocco, Egitto e Siria).
Novembre è alle porte e Firenze 10+10 è stato organizzato in tempi molto brevi, con grande sforzo collettivo, data l’urgenza del momento. I nostri nemici – i grandi poteri economico-finanziari e le tecnocrazie – sono molto veloci, mentre noi rischiamo di essere troppo lenti e frammentati per poter affrontare efficacemente questo stato d’emergenza: ripartiamo insieme da Firenze, unendo le forze per un’altra Europa.
Per il Comitato organizzatore Firenze 10+10, www.firenze1010.eu
Alla Fortezza da basso di Firenze, l’appuntamento si apre l’8 novembre con una serie di incontri paralleli promossi dalle centinaia di organizzazioni partecipanti. Venerdi 9 novembre in mattinata un grande incontro sulle alternative economiche, promosso da Sbilanciamoci!, Un’altra strada per l’Europa, Economistes Atterrés francesi e Euromemorandum, che metteranno in rete le attività in corso sulle politiche economiche europee e presenteranno poi in plenaria un documento comune. Nel pomeriggio di venerdi è di scena la democrazia, con una discussione sulle strade per ridare potere ai cittadini, dalle raccolte di firme sulle Iniziative dei cittadini europei, all’idea di una Convenzione costituzionale che parta dal basso. Sabato e domenica si terranno altre sessioni parallele e le plenarie per decidere le iniziative comuni come quelle proposte dalla rete AlterSummit e dalla Joint Social Conference, che raccoglie associazioni e sindacati europei.
Molte le tematiche affrontate: austerità e debito, beni comuni, l’Europa e il mondo, la democrazia. Ci saranno incontri promossi da Re:Common sulla green economy, da Seattle to Brussels sul commercio mondiale, dai No Tav sulle grandi opere, dai movimenti europei per l’acqua sui beni comuni, da Attac di diversi paesi, Espace Marx e Transform sulla crisi, da Via Campesina sulla sovranità alimentare, da Cgil, Fiom e sindacati francesi e spagnoli sul lavoro, dall’Arci e l’associazionismo europeo sulla partecipazione.
Sull’austerità sono previste iniziative del Corporate Europe Observatory, Transnational Institute, il Cadtm e la rete contro il debito e poi ancora incontri sulla cooperazione allo sviluppo, l’ecologia, la cultura, promosso dalla Rete della conoscenza. Sulla democrazia – un tema chiave per Firenze – si saranno attività proposte da European Alternatives, dai Social Forun di Ungheria, Repubblica Ceca e Austria, dal Movimento federalista europeo e ancora diversi incontri su pace e conflitti, con la partecipazione di movimenti per la pace da tutta Europa. Il programma dettagliato sarà presto disponibile sul sito dell’incontro, dove si possono già registrare sia i singoli partecipanti che le organizzazioni: www.firenze1010.eu.
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