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Piketty: il capitalismo non è più in grado di giustificare le sue disuguaglianze

Nel suo nuovo libro “Capital et idéologie”, (l’edizione italiana non è ancora stata annunciata), Thomas Piketty affronta in prospettiva storica il problema della distribuzione della ricchezza all’interno delle società. Un articolo da MicroMega online.

Thomas Piketty non è certo uno sconosciuto tra gli economisti: prima di compiere 30 anni aveva già scritto una massiccia analisi della formazione e distribuzione della ricchezza in Francia (Le haut revenus en France au XX siècle, 2001). Un decennio di lavoro l’aveva poi portato a pubblicare nel 2013 Il capitale nel XXI secolo, 696 pagine fitte di grafici e tabelle, che non solo fu un bestseller in Francia e negli Stati Uniti ma fu tradotto in 40 lingue e fino ad oggi ha venduto oltre due milioni e mezzo di copie. Ora il “giovane” economista francese (48 anni) ci riprova con Capital et idéologie, che ha ben 1088 pagine e da qualche giorno è in libreria a Parigi (l’edizione inglese uscirà nel 2020, mentre quella italiana non è ancora stata annunciata).

Nel caso del Capitale nel XXI secolo le astuzie della Storia si sono fatte beffe degli esperti del mercato editoriale e hanno fatto del libro la bibbia di movimenti come Occupy Wall Street, influenzando poi partiti come il Labour di Jeremy Corbyn e, ora, perfino il Fondo Monetario e la Banca Mondiale. Capiremo presto se un analogo successo arriderà al nuovo libro, dove Piketty si avventura su un terreno non strettamente suo: quello dell’analisi delle ideologie e della storia economica.

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