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Macron e quel che resta dei socialisti

La vittoria di Macron in Francia segna profondamente lo sconquasso che ha marcato ilil paese negli ultimi anni. Con Hollande si era di fatto già verificata la confusione di ruoli avvenuto nel Regno Unito con Blair e in Italia, con Veltroni e più marcatamente con Renzi: sparisce il partito che difende il basso, che, in […]

I giornali italiani sono, per lo più, pieni di lodi del “doppio turno alla francese”, e in generale del maggioritario, mentre gli elettori italiani sembrano di nuovo favorevoli al proporzionale.

Certo, il doppio turno è meno iniquo (quello francese, alle legislative, ammette tutti quelli che hanno preso più del 20%), falsa meno, del cosiddetto premio di maggioranza, che trasforma la maggiore delle minoranze in maggioranza assoluta e, insieme alla elezione assicurata dei capolista, consegna il parlamento al segretario del partito vincitore, che, a suo tempo, ha nominato i capolista. Il maggioritario è sempre un po’ bolscevico, come si diceva una volta, incluso il modesto difetto che chi ha addentato la maggioranza, potendo, non la molla, se ha il controllo dell’economia o della forza. “La guardia è stanca,” disse Lenin per troncare la discussione parlamentare e porre fine al Governo Kerenskij.

In Francia, gli elettori possono scegliere chi gli dispiace di meno tra il primo e il secondo arrivato: eleggono il presidente che piace alla minoranza maggiore e non dispiace troppo agli altri, che altrimenti si coalizzerebbero per eleggere il secondo arrivato.

Il funzionamento virtuoso dipende però da condizioni sociali e politiche che hanno retto, con qualche crisi, per 70 anni ma ora non sono più vere, cioè che ci sia un consenso di fondo sul tipo di democrazia, e un sostanziale bipolarismo: una destra che sostiene la legge e l’ordine, le Grandi Scuole, le banche, i poteri costituiti, i ricchi; una sinistra socialista, che rispetta lo Stato democratico, ma sostiene di più l’uguaglianza, i lavoratori e i loro diritti, le libertà. Se ci sono forze radicalmente contrarie all’equilibrio sociale e politico presente, gli altri le isolano e travolgono.

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