Un recente seminario svoltosi alla Facoltà di Economia della Sapienza di Roma ha acceso i riflettori su Industria 4.0 e sulle politiche che il governo italiano intende adottare per mettere a frutto le potenzialità della digitalizzazione della produzione in cui largamente consiste Industria 4.0
Il 7 di novembre, la facoltà di Economia della Sapienza ha ospitato un convegno dal titolo ‘Industria 4.0, politiche e prospettive’. La discussione si è mossa sul terreno concreto delle politiche e delle forme che l’Industria 4.0 potrebbe acquisire in Italia nel prossimo futuro. Al convegno hanno partecipato Lorenzo Basso (Deputato responsabile indagine conoscitiva Industria 4.0), Marco Bentivogli (segretario FIM-CISL), Andrea Bianchi (Confindustria), Elio Catania (Confindustria), Pietro de Biasi (FCA), Stefano Firpo (MISE), Maurizio Franzini (Sapienza Università di Roma), Anna Giunta (Università Roma Tre), Alessio Gramolati (CGIL), Giorgio Martini (Agenzia per la Coesione Territoriale), Mario Pianta (Università di Urbino), Paolo Pirani (Uitec) e Leonello Tronti (Sapienza Università di Roma). I lavori sono stati aperti da Lorenzo Basso e Stefano Firpo che hanno presentato i contenuti dell’indagine parlamentare appena conclusa ed il piano del governo sull’Industria 4.0. A partire da questo stimolo, si è sviluppato un dibattito che è andato oltre la valutazione del piano del governo e che ha tentato di leggere la trasformazione tecnologica in atto alla luce della situazione economica in cui oggi versa l’Italia.
Prima di dare conto dei diversi interventi, dei dati e delle posizioni emerse nel corso della discussione, è opportuno, però, operare alcune chiarificazioni. Di cosa si parla quando si fa riferimento all’ “Industria 4.0”? Di fatto, il termine allude alla trasformazione delle relazioni economiche e sociali determinato dalla digitalizzazione. Ovvero, dalla diffusione di macchine intelligenti e di dispositivi connessi tra loro e capaci di trasmettere ed elaborare masse enormi di dati ad altissima velocità. Esempi concreti di come tale fenomeno stia incidendo sulle relazioni economiche e sociali sono le professioni svolte tramite le App degli Smartphones – come Uber, Deliveroo, Foodora o Task Rabbit; i sistemi di trasporto basati sulla circolazione di auto o camion privi di pilota – la prima consegna da parte di un camion senza pilota brevettato da Uber è avvenuta in Colorado nel mese di ottobre; la diffusione di robot capaci di aggiornare le loro operazioni elaborando dati in tempo reale – come quelli che, già attivi negli Stati Uniti, cominciano ad essere utilizzati nel settore sanitario per fornire diagnosi immediate ed ‘a prova di umano’ (su questo tema si veda il bel libro di Riccardo Staglianò, Al posto tuo. Così web e robot ci stanno rubando il lavoro. Einaudi, 2016). Ovviamente, al fianco di questi casi più famosi, vi è una moltitudine di innovazioni meno note che – in particolare in servizi quali la logistica, il commercio e le telecomunicazioni – stanno trasformando il modo di produrre e di consumare.