Cosa accadrebbe al paese se si decidesse di assumere da ottocentomila a un milione di persone giovani e qualificate nella pubblica amministrazione? Il contributo di un gruppo di studiosi delle Università del Piemonte Orientale e di Torino che da tempo sta lavorando a una proposta neokeynesiana di sviluppo www.ingenere.it
Un’economia non può funzionare bene senza uno Stato che funzioni bene. Poiché la ripresa del paese richiede una crescita dell’efficienza dell’amministrazione pubblica, il malfunzionamento della pubblica amministrazione costituisce l’ostacolo più rilevante al suo sviluppo. Peraltro è velleitaria qualsiasi ipotesi di modernizzazione della pubblica amministrazione che non contempli contestualmente anche un consistente aumento del personale giovane e qualificato. La proposta è che in tempi rapidi, nei servizi essenziali per il benessere della popolazione e per lo sviluppo, si assumano da ottocentomila a un milione di nuovi addetti a elevata scolarità, con contratti che tengano conto della situazione di emergenza in cui versa la nostra economia. Non si dovranno fare assunzioni ‘lineari’, ma dove servano, cioè dove siano massimamente utili per lo sviluppo (es. giustizia civile, istruzione, sanità, ordine pubblico, nonché, naturalmente, riassetto del territorio e valorizzazione dei beni culturali). Questa politica può essere finanziata con risorse diverse dall’aumento del debito pubblico (contrario al fiscal compact) o dalla creazione di moneta[1] (non più consentita): quindi con nuove imposte. Queste imposte devono essere tali da non ridurre la domanda interna e da non aumentare il costo del lavoro.
Qualche cifra a sostegno
Contrariamente a quanto si faccia credere, i dipendenti pubblici in Italia non sono troppo numerosi, anzi sono troppo pochi. Nel 2011 (dati OECD) in Italia c’erano 3.435.000 di dipendenti pubblici (di cui 320.000 precari, tra collaboratori e partite IVA), contro i 6.217.000 della Francia e i 5.785.000 del Regno Unito, paesi con una popolazione molto simile a quella dell’Italia e un PIL non troppo superiore [2]. Anche in Spagna e negli Stati Uniti i dipendenti pubblici pro capite sono più numerosi che in Italia (rispettivamente 65,6 e 71,1 per mille abitanti, contro i 56,9 dell’Italia). Se consideriamo il solo personale amministrativo[3], per avere in Italia lo stesso numero di dipendenti pubblici pro capite della Germania bisognerebbe ricorrere a 417.000 nuove assunzioni, a fronte di uno stock attuale di 1.337.000: un incremento del 31%. E per avere lo stesso numero di impiegati amministrativi pro capite degli USA bisognerebbe assumerne addirittura 1.310.000.