In 30mila a Berlino allo sciopero per il clima di Fridays for Future. Con una grande novità politica: l’alleanza tra attivisti ambientalisti e sindacato sul rilancio di salari e occupazione nel trasporto pubblico e la mobilità sostenibile: ‘protezione del clima significa giustizia sociale’. Da il manifesto.
Sono scesi nuovamente in piazza in oltre 250 città del mondo per chiedere ai governi di fermare il ciclo dell’energia fossile che sta devastando sempre più il pianeta. Ma questa volta lo «Sciopero per il Clima» organizzato dagli attivisti del Fridays For Future restituisce il salto politico destinato a cambiare il volto del movimento così distinto e distante da Ultima Generazione.
Una novità clamorosa ben visibile nel corso della mega-manifestazione di Berlino, ancora una volta capitale della protesta ambientalista evolutasi di pari passo con la crisi economico-sociale. «Bus e treni invece di auto e camion» è il consueto slogan scandito a piena voce dai 30 mila partecipanti alla demo tedesca, eppure l’inedito messaggio lanciato ieri sotto alla Porta di Brandeburgo dalla leader tedesca del Fff, Luisa Neubauer, è molto più sonoro.
«Non ci sarà alcuna svolta sul clima se prima non valorizziamo i lavoratori del trasporto pubblico. Sono due nodi legati indissolubilmente. Dobbiamo pagare equamente le persone impiegate nella nostra rete di mobilità perché danno un contributo decisivo alla qualità della nostra vita» sottolinea tra gli applausi la 27enne portavoce ufficiale del movimento annunciando la storica alleanza con il sindacato dei dipendenti dei servizi Ver.di. Dunque, salari migliori «altrimenti paralizziamo il Paese» è il titolo della petizione comune condivisa dalle decine di migliaia di attivisti Fff e dai quasi due milioni di iscritti all’organizzazione che in Germania rappresenta il settore cui è affidata la svolta ecologica.
«Mentre i politici dimostrano di essere sempre più divisi sulla crisi e le sue soluzioni noi ci stiamo mettendo insieme per superare le divisioni sociali. Oggi siamo scesi in piazza accanto al sindacato e d’ora in poi diremo chiaramente che protezione del clima significa giustizia sociale»; è la prova della saldatura inimmaginabile fino a ieri.
Casomai, in tutta Europa, c’era chi scommetteva sul possibile asse fra il Fff e Ultima Generazione che invece è naufragato ancor prima di nascere. «Da sempre siamo contrari ai blocchi stradali perché non portano ad alcun risultato, anzi» ha tenuto a precisare Neubauer. Ciò non ha impedito ieri la partecipazione degli attivisti che occupano gli incroci, come dimostrano i loro striscioni arancioni comparsi tra i cordoni della manifestazione inclusiva e pacifica quanto lontanissima dai leader dei partiti rinchiusi nei ministeri-chiave non solo della transizione ecologica.
Spiccano i politici Verdi colpevoli di «non fare nulla per il cambiamento, come il resto della coalizione. Hanno insabbiato tutte le loro rimanenti ambizioni in materia ambientale» è la pesante critica del Fff alla seconda forza politica del governo Scholz (a cui peraltro è iscritta anche Luisa Neubauer) che aveva promesso mobilità sostenibile e fine delle fonti fossili sia prima che dopo la guerra in Ucraina.