Servirebbero 400 milioni – e non 150 fino al 2024 – per far fare servizio civile ai 71 mila giovani idonei. “Su questo e cooperazione scelte inaccettabili” per Marcon.
Tra gli emendamenti segnalati dalle forze politiche alla legge di bilancio non c’è nessun emendamento che proponga di aumentare i fondi alla cooperazione allo sviluppo e al servizio civile.
Le spese per la cooperazione rappresentano poco più dello 0,2% del PIL e quest’anno i fondi vengono tagliati dell’8%. L’Italia si è impegnata da anni a portare allo 0,7% la spesa per la cooperazione. Il servizio civile ha in dotazione poco più di 150 milioni di euro nel 2023 e nel 2024: migliaia di ragazzi e ragazze non potranno svolgere il servizio civile. Ne servirebbero 400 di milioni per far fare il servizio civile ai 71 mila giovani che quest’anno sono stati riconosciuti idonei.
Tutto questo mentre le spese militari aumentano nel 2023 di 800 milioni di euro.
“Si tratta di una scelta inaccettabile – commenta Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! – Le forze politiche si dimenticano del servizio civile e della cooperazione allo sviluppo: nessuno tra gli emendamenti segnalati propone di intervenire sulla situazione di drammatica carenza di fondi per la cooperazione e il servizio civile. Mentre per le armi i soldi ci sono sempre, per la solidarietà nessuna attenzione. Avevamo proposto alle forze politiche degli emendamenti in tal senso, ma nessuno se n’è fatto carico con gli emendamenti segnalati”.
Altri emendamenti proposti dalla campagna Sbilanciamoci, sono stati invece depositati da diverse forze politiche (Movimento Cinque Stelle, PD, Alleanza Verdi Sinistra). Tra questi: l’introduzione dell’imposta patrimoniale, il sostegno alle comunità energetiche, un maggior finanziamento al fondo per la non-autosufficienza, un sostegno alla gratuità dell’istruzione, la cancellazione progressiva dei SAD (Sussidi ambientalmente dannosi), emendamenti sulla parte fiscale, gli extraprofitti, l’elenco dei paradisi fiscali.