Medici a gettone, in Piemonte a chiamarli è il 50% dei nosocomi, in Veneto il 70%, in Liguria il 60% e in Toscana il 50%. I medici ospedalieri protestano: i liberi professionisti con la flat tax pagano ora il 15% di tasse anziché il 41%. E la privatizzazione della sanità avanza. Da La Stampa.
«È sconfortante, ogni sera mi ritrovo in reparto un medico diverso. Ma lo sa che poche sere fa, in uno dei più affollati pronto soccorso di Milano, a gestire i pazienti era un medico dei trasporti? Quelli che certificano il rinnovo delle patenti, per capirci. Solo che finito il doppio turno è andato a incassare il suo bel gettone da 1.200 euro». A Giorgio, primario in un ospedale lombardo che preferisce rimanere anonimo, bastano poche parole per far capire perché il boom dei medici a gettone non minacci solo i bilanci della sanità pubblica ma anche la salute dei pazienti. «Il ricorso sempre più massiccio ai medici in affitto rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini per almeno tre ordini di motivi», spiega Pierino Di Silverio, segretario nazionale del principale sindacato dei camici bianchi ospedalieri, l’Anaao. «Prima di tutto si tratta di medici privi di specializzazione o che quando ne sono in possesso finiscono in altri reparti, tipo l’ortopedico che va in cardiologia. Poi, non essendo inseriti in un’équipe ospedaliera hanno maggiore difficoltà a interagire con i loro colleghi interni. Infine il paziente lo vedono una volta e basta, mandando a farsi benedire sia la continuità assistenziale che il rapporto umano di fiducia».
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