“Non ci può essere una soluzione militare, l’unica possibilità è quella di promuovere le condizioni per un cessate il fuoco, e poi avviare il negoziato e arrivare a una soluzione. Ela pace non si fa fra gli amici, si fa fra i nemici”. Da Sinistrasindacale.
Marcon, la rete Europe for peace torna a chiedere l’immediato cessate il fuoco, rivolgendo un appello all’Onu per una conferenza internazionale di pace. Il 24 e il 25 prossimi ci saranno manifestazioni diffuse in tutta la penisola.
Saremo fra i protagonisti, perché insieme ad altre realtà abbiamo dato vita ad Europe for peace, Rete pace e disarmo, noi di Sbilanciamoci! appunto, Stop the war e tante altre organizzazioni, fra cui ovviamente la Cgil, per chiedere l’immediato cessate il fuoco e veri negoziati, sotto l’egida dell’Onu. E abbiamo avviato in questi mesi una fitta serie di iniziative sia a livello locale che nazionale. Una per tutte la manifestazione del 5 novembre a Roma con più di centomila persone in piazza. Andiamo avanti, nel primo anniversario dell’invasione faremo manifestazioni in tutte le città. Noi pensiamo almeno un centinaio di città grandi e piccole con assemblee, fiaccolate, cortei e altre iniziative.
Un fatto che mi ha particolarmente colpita è l’atteggiamento del Pentagono. Il capo di stato maggiore, Mark Milley, ha detto apertamente che probabilmente non ci sarà una vittoria militare, nel senso stretto del termine, né da parte dell’Ucraina né da parte della Russia, quindi è necessario pensare ad altre opzioni, evidentemente diplomatiche. Invece nelle sedi della cosiddetta politica istituzionale si continua a parlare di guerra “fino alla vittoria finale”. Come si esce da questo incubo?
Mi sembra scontato che non ci possa essere la vittoria di una delle due parti coinvolte nella guerra, chi ha aggredito e chi è stato aggredito. Non ci può essere una soluzione militare, l’unica possibilità è quella di promuovere le condizioni per un cessate il fuoco, e poi avviare il negoziato e arrivare a una soluzione. Un traguardo che la Russia e l’Ucraina dovranno raggiungere, con l’aiuto degli altri paesi interessati e coinvolti a vario titolo in questa guerra. Qui non c’è nessuna guerra da vincere, c’è da ricercare la pace, perché solo la pace può essere la soluzione duratura di un percorso che possa portare alla stabilità di quell’area. E la pace non si fa fra gli amici, si fa fra i nemici, tra avversari. L’opzione militare non è una soluzione, nel senso che porterà solo all’allargamento della guerra e al rischio sempre più concreto di una guerra nucleare. Bisogna fermarsi in tempo, e costruire subito delle opzioni di pace.