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L’Italia non è un paese per bambini e per ragazzi!

Il 17 giugno è stato presentato il settimo Rapporto su I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, frutto del lavoro di 87 organizzazioni di Terzo Settore aderenti al Gruppo CRC, coordinate da Save The Children Italia. Il Rapporto è frutto di un lavoro iniziato nel 2001 con il primo Rapporto al comitato Onu sui diritti […]

copertinaIl 17 giugno è stato presentato il settimo Rapporto su I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, frutto del lavoro di 87 organizzazioni di Terzo Settore aderenti al Gruppo CRC, coordinate da Save The Children Italia.

Il Rapporto è frutto di un lavoro iniziato nel 2001 con il primo Rapporto al comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (in inglese CRC: Convention on the Rights of the Child). L’Italia, infatti, ha ratificato con L. 176 del 27 maggio 1991 la CRC e periodicamente relaziona all’Onu sullo stato di avanzamento del rispetto dei diritti; è consentito (anzi suggerito) che a fianco dei rapporti governativi vi sia la voce indipendente delle Organizzazioni non governative. Il Gruppo CRC ha presentato nel 2001 e nel 2011 all’Onu rapporti supplementari e ogni anno redige un aggiornamento. Tutti i rapporti e gli approfondimenti sono disponibili sul sito www.gruppocrc.net.

Il 2013/2014 vede aumentare la drammaticità delle condizioni per i bambini e i ragazzi nel nostro Paese. Non si tratta ‘solo’ degli effetti della crisi economica; vi è una vera e propria assenza complessiva di pensiero, politico e culturale, riguardante l’infanzia e l’adolescenza. Le risorse economiche diminuiscono e in meno di un decennio si è frantumato il sistema delle ‘politiche’ nazionali che riguardano i più giovani cittadini. I processi legislativi si sono accavallati e contrapposti: fra tutti l’incompleta, confusa e contraddittoria attuazione della riforma del Titolo V del 2001 e il decentramento/federalismo che ha tagliato risorse e politiche nazionali senza organizzare un sistema alternativo. Oggi è impossibile individuare un sistema coerente di norme, leggi, misure che riguardino il benessere, lo sviluppo, la cura dei bambini e dei ragazzi e non esiste, letteralmente, alcun ‘welfare’ per l’infanzia e l’adolescenza.

Il Piano nazionale Infanzia e adolescenza (previsto per legge) manca da 3 anni; l’organismo che dovrebbe redigerlo (Osservatorio Infanzia) è stato nominato il 20 giugno 2014 dopo quasi due anni; solo il 13,5% dei bambini 0/3 anni possono andare in un asilo (con punte del 2,5% in Calabria); crescono del 14% i minorenni fuori dalla famiglia (quasi 30mila); gli stessi dati inerenti l’infanzia e l’adolescenza non vengono raccolti in modo completo; non sono stati definiti i livelli essenziali di prestazioni sui diritti civili e sociali (come chiede la Costituzione per far fronte al rischio di disparità fra le varie regioni); i pochi fondi ‘dedicati’ sono stati ulteriormente tagliati (la legge 285/97 taglia di quasi il 30%, il Fondo nazionale Politiche Sociali dal 2009); e così via…

I dati, tutti reperibili sul Rapporto, ci consegnano la fotografia di un Paese che ha smarrito la strada, che ‘non vede’ i propri bambini e ragazzi, se non quando sono un problema così grande che non è possibile non agire con misure tampone e, generalmente, non lungimiranti.

Occorre ripartire, quasi da zero, e bisogna farlo in fretta.

A cominciare dai diritti.

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