Il leader sindacale: è il modello dei subappalti a produrre morti sul lavoro. Domani, 25 maggio, manifestazione della Via Maestra a Napoli: tornino le tutele, i cittadini cancelleranno il Jobs Act. Da Domani.
Segretario, domani la Cgil sarà a Napoli per un’altra tappa della Via Maestra, con le associazioni, su lavoro, Europa, pace. A che punto è il dialogo con il governo?
Il nostro è un percorso che nasce dalle manifestazioni contro la guerra e riafferma il rapporto che si è costruito fra Cgil, associazioni, laiche e cattoliche, e reti di cittadinanza. Poniamo al governo, e al paese, la necessità di politiche e riforme che attuino la Costituzione, a partire dalla centralità del lavoro, che non deve essere precario e deve essere sicuro, l’aumento dei salari e delle pensioni, il rafforzamento del servizio sanitario nazionale e del sistema d’istruzione, la costruzione della pace dalla diplomazia: non è il momento di aumentare le spese militari. L’unità del paese è un valore: diciamo no all’autonomia differenziata e al premierato che scardinano la Costituzione. L’attacco avviene anche sulla libertà d’informazione e sull’autonomia della magistratura: denunciamo una logica crescente di autoritarismo che porta il governo a mettere in discussione il ruolo delle organizzazioni sindacali, e in fin dei conti delle persone che lavorano.
Le riforme di cui parla sono ora alle camere. Ma sull’occupazione, il governo rivendica buoni risultati.
Il governo dà i numeri. Abbiamo 4 milioni e mezzo di persone che lavorano part time, 3 milioni con contratti a termine, un milione di somministrati, altrettanti a chiamata, aumentano il lavoro autonomo e le finte partite Iva. Milioni di persone pur lavorando sono povere. Nel paese aumentano diseguaglianze e povertà, e sono in discussione il diritto alla salute, all’abitare, e la sicurezza sul lavoro. Le politiche che il governo propone, anziché affrontare alla radice questi problemi, li alimentano.