Top menu

I negazionisti del clima e quella strana par condicio

Una petizione recentemente promossa da ambientalisti, scienziati e climatologi italiani chiede di mettere al bando nei media le bufale – propagandate in nome della par condicio da sedicenti esperti e scienziati, spesso in posizione di conflitto di interesse – che negano l’origine antropica del riscaldamento globale.

Il fumo fa bene alla salute. Come reagireste se il vostro medico, durante una visita, se ne uscisse con questa affermazione? Molto probabilmente correreste al CUP chiedendo di cambiare dottore. Eppure, nemmeno molto tempo fa, la questione della correlazione tra cancro e sigaretta era molto dibattuta, tanto che alcuni sedicenti scienziati negavano che ci fosse un legame tra tumori e fumo.

Il caso più eclatante è riportato nel libro di Erik M. Conway e Naomi Oreskes Merchants of Doubts. How a Handful of Scientists Oscured the Truth on Issues from Tobacco Smoke to Global Warming. Nel testo si parla infatti della storia molto singolare di tre scienziati – Frederick Seitz, Fred Singer e Robert Jastrow – che lavoravano con diverse fondazioni private di stampo anticomunista e ultraconservatore adottando la prassi di screditare a suon di ricerche scientifiche diversi argomenti di attualità, in primis sulla pericolosità del fumo di sigaretta.

Ma il laborioso gruppo di negazionisti non si limitò a questo, e continuò negli anni a produrre report contro altre questioni dimostrate scientificamente, come le piogge acide o il buco nell’ozono, fino a negare l’origine antropica dei cambiamenti climatici. La cosiddetta “strategia del tabacco” – ossia barattare le proprie competenze scientifiche con il denaro mettendosi al servizio di potenti corporation private con precisi interessi, siano esse le compagnie petrolifere o quelle tabacco – ha prodotto alla fine importanti risultati. Uno dei principali: il Presidente degli Stati Uniti nel 2017 arriva a negare l’esistenza dei cambiamenti climatici sulla base di fantomatiche prove scientifiche, dichiarando il ritiro statunitense dall’Accordo di Parigi.

La comunità scientifica internazionale non ha dubbi: la crisi climatica è colpa dell’uomo ed è una realtà da affrontare al più presto. Secondo l’ultimo report dell’IPCC, il panel di esperti dell’ONU che si occupa di clima, se entro 11 anni non si ridurranno drasticamente le emissioni, non riusciremo a contenere l’aumento della temperatura terrestre entro i due gradi – obiettivo appunto dell’Accordo di Parigi. Una soglia che mette a repentaglio la sopravvivenza stessa delle specie umana.

Nonostante l’evidenza scientifica, ancora oggi si moltiplicano le opinioni pseudo-scientifiche sulla questione, con sedicenti “esperti” che da alcuni giornali o nei dibattitti televisivi rilanciano in nome della par condicio le loro teorie “scientifiche” sostenendo, tra le altre cose, che “There is no climate emergency”. È il caso di una lettera inviata al segretario generale dell’ONU Antonio Guterres e firmata da 500 scienziati e accademici, tra cui figurano anche alcuni nostri connazionali. Nel testo si nega fermamente la rilevanza della attività umane con il riscaldamento climatico.

A rilanciare entusiasticamente la lettera è stata la destra italiana, che per l’occasione ha organizzato un evento in Senato lo scorso 18 ottobre dal nome “Sul riscaldamento globale di origine antropica”. L’appello, presentato da Maurizio Gasparri e Vito Comencini, a detta degli organizzatori sarebbe servito contro “le politiche di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in atmosfera con l’illusione di governare il clima”.

Ma la questione non è solo italiana: si sta sviluppando un pericoloso network globale di negazionisti climatici alimentato dai partiti populisti di estrema destra europei e internazionali. Un rapporto di fine marzo della Fondazione tedesca Adelphi ha segnalato come i partiti di ultradestra non odino solo i migranti, ma anche il clima e l’ambiente: il dossier dimostra come molti di questi partiti si siano astenuti o abbiano votato contro la ratifica dell’Accordo di Parigi sul clima all’Europarlamento, avvenuta il 4 ottobre del 2016. Tra queste formazioni c’è ovviamente anche la Lega (“L’accordo raggiunto è stato un compromesso al ribasso per permettere alle aziende cinesi e dei Paesi in via di sviluppo di competere ingiustamente con le aziende italiane” dichiarava durante le votazioni l’allora eurodeputato del Carroccio Gianluca Pini).

Si sprecano poi le offese per delegittimare e colpire il movimento dei Fridays For Future e Greta Thunberg: i negazionisti climatici sostengono che la giovane attivista svedese sia “manipolata”, “una pessima attrice”, “un pappagallo”, “il nuovo cucciolo di Soros” mentre i giovani che seguono il suo messaggio vengono soprannominati in maniera dispregiativa come “gretini”.

La stragrande maggioranza di chi propaga queste “teorie”, tra cui i firmatari del famoso appello, non hanno competenze specifiche in materia, sostengono tesi già smentite da diversi anni – una su tutte: il pianeta non si sta scaldando dal 2000 – e basano le loro teorie su bufale.

Occorre fare chiarezza e di ribadire il primato della scienza sulle opinioni. Per questo alcuni ambientalisti, scienziati e climatologi italiani – Annalisa Corrado, Rossella Muroni, Francesco Ferrante, Antonello Pasini, Piero di Carlo, Rosy Battaglia, Luca Mercalli, Stefano Caserini, Gianni Silvestrini – hanno deciso di lanciare una petizione su change.org per chiedere che i media italiani seguano l’esempio di quelli inglesi, smettendo di dare spazio a posizioni antiscientifiche che negano i cambiamenti climatici in nome della par condicio. 

La petizione si intitola “Cambiamenti climatici: nessuno spazio per posizioni antiscientifiche nei media”. Il 98% degli scienziati, del resto, non ha dubbi: come ribadisce Annalisa Corrado, i cambiamenti climatici di natura antropocentrica sono un’emergenza da affrontare, non un’opinione o un dibattito. Dare il medesimo spazio mediatico alle tesi scientifiche e a quelle negazioniste, sostenute dal 2% della comunità scientifica internazionale, non fa altro che prolungare l’agonia e contribuire alla diffusione di vere e proprie bufale.

Dopotutto, se qualche scienziato vi dicesse che la terra è piatta, lo considerereste ancora come tale?