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Giannetti ruote e Gkn, l’albero e la foresta

Si sta passando rapidamente dalla vettura tradizionale ad una elettrica imbottita di elettronica. La parte meccanica delle auto sarà fortemente ridimensionata. Su questo sfondo bisogna valutare le decisioni della Gkn e della Gianetti Ruote. Da il manifesto.

Con la chiusura improvvisa e brutale del suo impianto toscano, ciò che, tra l’altro, indica cosa si nasconda spesso dietro i discorsi sull’impresa sostenibile e sulla sua responsabilità sociale. Ma, mentre due aziende produttrici di pezzi meccanici per auto vogliono chiudere, molte altre lavorano al massimo della loro capacità produttiva e non riescono comunque a tener dietro alla domanda di chip, sempre per auto. Due mondi ormai molto lontani, che simboleggiano in qualche modo quello che sta accadendo nel mondo della componentistica.

In un articolo recente chi scrive sottolineava la drammaticità strategica della situazione. Si sta passando rapidamente, con una rottura tecnologica epocale, dalla vettura tradizionale ad una elettrica, a guida autonoma, imbottita di elettronica. La parte meccanica delle vetture sarà fortemente ridimensionata.

E’ soprattutto su questo sfondo che bisogna valutare le decisioni della GKN e della Gianetti Ruote, anche se la causa immediata delle crisi può essere quella del trasferimento all’estero per una questione di costi o per un calo della domanda, in un ambiente competitivo sempre più duro. La componentistica tradizionale ha la necessità di adattarsi rapidamente o perire, mentre si pongono grandi interrogativi sull’occupazione nel settore.

Ma cambiare non appare per niente semplice. Ricordavamo nell’articolo citato come la Foxconn abbia mobilitato un gruppo di 1.200 imprese per offrire tutta la strumentazione hardware e software per la vettura nuova, con la parte elettronica che costituirà ormai l’80% del costo totale; certo, ci vorranno sempre freni, ruote, vetri, sedili, fari, ma anche una parte di tali prodotti sono previsti nell’offerta Foxconn; intanto la tedesca Bosch, che fattura 74 miliardi di euro all’anno contro i 50 circa di tutta la componentistica nazionale, sta investendo decine di miliardi di euro per effettuare il passaggio alle tecnologie numeriche.

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