La relazione tenuta nell’Aula Caffè della Facoltà di Economia della Sapienza il 24 maggio 2022 in occasione della Commemorazione di Federico Caffè a 35 anni dalla scomparsa e della presentazione del Rapporto sullo Stato Sociale 2022, curato da Felice Roberto Pizzuti, Michele Raitano e Massimiliano Tancioni. Da Menabò di Eticaeconomia.
Poco più di un anno prima di quella notte di metà aprile del 1987 in cui varcò per l’ultima volta il cancello della sua abitazione, Caffè aveva pubblicato il suo ultimo libro dal titolo “In difesa del welfare state”. Da quel libro conviene partire e non soltanto per la sua attinenza con ciò di cui si discuterà tra poco in questa aula, ma anche perché quel libro è, a me pare, un’ottima introduzione alle sue convinzioni più radicate, ai suoi punti fermi, alle parole-chiave del suo impegno di intellettuale e ricercatore.
Anzitutto quel libro non lascia dubbi su cosa fosse per lui il welfare state, quello da difendere. Non la somma di spese sociali e redistribuzione ma l’irrinunciabile strumento per assicurare a tutti l’accesso a una vita dignitosa, che significa anche – e forse soprattutto – un lavoro dignitoso. In breve il welfare serve a realizzare l’egualitarismo. E egualitarismo è la prima parola-chiave.