Le misure che sta prendendo il governo sono indispensabili ed inevitabili. La tutela della salute viene prima di tutto. Tuttavia, bisogna cercare di ridare ossigeno ad una economia che rischia il collasso.
L’informazione sul coronoavirus e la tutela della salute vengono prima dell’economia. Le misure che sta prendendo il governo sono indispensabili ed inevitabili. L’obiettivo principale è fermare la circolazione del virus e salvare vite umane. Anche a costo di gravi conseguenze sulla nostra economia.
Ma anche queste conseguenze – l’emergenza economica con il crollo del turismo e del settore manifatturiero e la chiusura di imprese e la perdita dei posti di lavoro – possono produrre effetti devastanti sulle persone, sulle loro condizioni materiali e psicologiche di vita, produrre più insicurezza e disagio sociale, lacerazione profonda nelle comunità.
I primi provvedimenti del governo sono ancora troppo timidi e modesti. Dopo un iniziale decreto che stanziava 3,6 miliardi, dopo qualche giorno si è arrivati a 7,5 miliardi con la sospensione dei pagamenti di oneri fiscali e sociali per imprese e famiglie, smart working e congedi familiari, cassa integrazione, la promessa di un miliardo per la sanità e 20 mila nuove assunzioni di medici e infermieri.
Soprattutto queste ultime misure (come richiesto da Sbilanciamoci! nel nostro documento della scorsa settimana) vanno nella giusta direzione, ma bisogna fare di più. Come stanno provando a fare alcune Regioni (Calabria ed Emilia Romagna) vanno riaperti i piccoli ospedali chiusi inopinatamente in questi anni in base ad una scellerata logica di tagli e risparmi nella sanità. Bisogna allargare la possibilità – come richiesto dalla Cgil – della cassa integrazione anche ai lavoratori che oggi non ne possono usufruire.
Bisogna poi trasferire risorse a Regioni e ad enti locali per far fronte alle emergenze che vanno affrontate nelle città e nelle comunità locali: la Cassa Depositi e Prestiti deve riaprire i rubinetti per sostenere le autonomie locali, come faceva molto di più un tempo. Bisogna istituire e strutturare fondi di garanzia ben più cospicui di quelli attuali per le imprese e il lavoro, intervenendo nelle zone che stanno soffrendo in modo più grave le conseguenze dell’emergenza.
Bisogna cercare di ridare ossigeno ad una economia che rischia il collasso. Sbilanciamoci! ha ipotizzato per il 2020 un calo del Pil dello 0,9%. Ma potrebbe essere anche di più e arrivare un crollo del 2 o del 3%. Nel documento che Sbilanciamoci! ha proposto la settimana scorsa avanzavamo la richiesta di un intervento di 25 miliardi di euro: per tutte le cose che abbiamo detto poc’anzi, ma anche per aprire tanti piccoli cantieri (ad esempio per riaprire i piccoli ospedali o per adeguare dal punto di vista sanitario e della sicurezza gli edifici pubblici) che potrebbero arginare la attuale difficile situazione e dare opportunità alle imprese, salvaguardando i posti di lavoro.
Tutto questo si può fare, ma bisogna fare in fretta e con più coraggio. Mai come oggi, serve un salto di qualità della politica.