Nel testo spedito all’Ue si prevedono 15,6 miliardi per la sanità, molto lontani dai 70 miliardi ventilati a settembre da Speranza. Ma soprattutto nessun riferimento alla prevenzione. Da Scienza in Rete.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano è stato trasmesso il 30 aprile alla presidenza portoghese dell’Unione Europea. Il piano si apre con la considerazione che
La pandemia di Covid-19 è sopraggiunta in un momento storico in cui era già evidente e condivisa la necessità di adattare l’attuale modello economico verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale
Per questo obiettivo, l’Unione Europea ha lanciato un anno fa il programma Next Generation EU, la cui componente principale è il Recovery and Resilience Facility (RRF), finanziato con 673 miliardi di euro, di cui un massimo di 191,5 miliardi di euro sono assegnati all’Italia, divisi in 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Il primo 70% delle sovvenzioni è già fissato dalla versione ufficiale del regolamento del RRF, mentre la rimanente parte verrà determinata definitivamente entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali.
I 191,5 miliardi della dotazione finanziaria del PNRR sono ripartiti tra sei “missioni”, presentate nella figura, attraverso le quali si intende perseguire nell’arco dei sei anni (2021-2026) l’obiettivo di adattare il modello economico attuale verso un grado elevato di sostenibilità ambientale e sociale. La realizzazione di questo adattamento entro ciascuna delle sei missioni comporterà trasformazioni strutturali che si estenderanno nel lungo periodo. Di conseguenza, il modo in cui vengono impostate – oggi e nei mesi prossimi – ha una rilevanza cruciale.