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Dai sindacalisti tedeschi un appello per la Grecia

I dieci giorni di Atene/Il documento che chiede all’Ue di aprire una trattativa con il governo greco è stato sottoscritto da intellettuali, economisti e dirigenti sindacali tedeschi

I sottoscrittori di questo appello chiedono ai governi dell’Unione, alla Commissione Europea, alla Banca Centrale Europea ed al Fondo Monetario Internazionale di rispettare la decisione presa dal popolo greco in merito al nuovo corso politico e di aprire, in buona fede, una trattativa con il nuovo governo per risolvere il problema del debito del paese.

Il governo greco ha ragione nel voler perseguire un cambiamento delle politica economica poiché le politiche adottate in precedenza hanno fallito. Non hanno condotto alla ripresa dell’economia. Non hanno portato stabilità finanziaria. Non hanno prodotto un aumento dell’occupazione, ne favorito l’afflusso degli investimenti esteri. Hanno altresì posto sotto pressione ed indebolito la società greca e le sue istituzioni. Non vi è quindi alcun valore nell’approccio seguito sin qui, ne alcun progresso da preservare. Riteniamo essere urgente che i partners europei della Grecia accettino questa realtà, al di fuori della quale l’attuale governo greco non sarebbe mai stato eletto.

La Grecia necessita di immediate misure per far fronte alla crisi umanitaria in corso, un salario minimo più elevato, maggiore occupazione, nuovi investimenti e l’inizio di un processo di ricostruzione e di incremento dei servizi di base come l’istruzione e la sanità. Il paese ha anche bisogno di un nuovo sistema di fiscale, fortemente progressivo, meno dipendente dalla tassazione dei consumi ma, al contrario, maggiormente in grado di tassare i redditi ed i patrimoni. La Grecia ha bisogno di combattere, punire e eliminare la corruzione. Il nuovo governo ha bisogno delle risorse pubbliche necessarie per attuare le misure sopraindicate e per dimostrare le proprie capacità, oltre ad avere la necessità di poter continuare a fare affidamento sul sostegno della Banca Centrale Europea per stabilizzare il proprio settore finanziario. Noi riteniamo necessario che i partner della Grecia e le istituzioni europee forniscano al paese tutte le risorse ed il sostegno necessari.

Il governo greco ha ragione nel chiedere la cancellazione di quella parte dei propri debiti che sono nelle mani dei partner europei. Questi debiti sono insostenibili e non verrebbero rimborsati in ogni caso. Non vi sarebbero, dunque, perdite ne per i paesi coinvolti ne per i contribuenti di quegli stessi paesi se tali debiti venissero cancellati. Al contrario, una ripartenza della Grecia aiuterebbe la ripresa dell’attività economica, stimolando l’occupazione e, per questa via, nuovi redditi e profitti anche per i paesi partner. Noi riteniamo necessario che i paesi creditori colgano quest’occasione riuscendo a spiegare in modo chiaro ed onesto questa realtà dei fatti ai loro popoli.

Questa situazione riguarda il futuro dell’Europa nel suo complesso. Una politica fatta di minacce, ultimatum, ostinazione e ricatti non fa altro che dimostrare a tutti gli europei che il progetto europeo ha fallito. Esso avrebbe fallito moralmente, politicamente ed in termini economici. Noi riteniamo essere urgente che i leader europei rifiutino e condannino tutti i tentativi di condizionare il governo ed il popolo greco.

Al contrario, il successo della Grecia potrebbe mostrare il sentiero verso una rinnovata prosperità e stabilità per l’Europa, con un ruolo nuovo per la democrazia ed un’apertura alla possibilità che le elezioni possano tradursi in cambiamenti costruttivi. I sottoscrittori di questo appello sono al fianco della Grecia e dell’Europa, per la democrazia ed il cambiamento. Noi riteniamo necessario che i leader europei riconoscano l’eccezionalità della situazione politica in cui la Grecia ha effettuato una scelta democratica così decisiva, e scelgano di seguire la strada di un accordo realistico e di un negoziato ragionevole

L’appello per la Grecia pubblicato è stato sottoscritto da decine di intellettuali, economisti e dirigenti sindacali. I primi dieci firmatari sono: Elmar Altvater, Brigitte Aulenbacher, Klaus Barthel, Klaus Barthel, Hans-Jürgen Bieling, Reinhard Bispinck, Gerhard Bosch, Ulrich Brand, Christine Brückner, Udo Bullmann. È possibile sottoscrivere l’appello sul sito europa-neu-begruenden.de