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Cronache francesi/Ministri nuovi, politiche incerte

Il governo di Edouard Phillippe ha molti volti nuovi, provenienti da diverse culture e aree politiche. Dovremo vederli al lavoro per capire esattamente chi sono ma emerge l’impronta di destra della presidenza di Emmanuel Macron

Edouard Phillippe ha formato il governo, oggi riunito nel primo Consiglio dei Ministri. Coerentemente con la strategia di Macron sono molti anche qui i volti nuovi, dal profilo politico incerto: dovremo vederli in azione per capire esattamente chi sono. Proveniente dal Partito socialista è soltanto Gérard Collomb, che è stato fra i primi ad appoggiare Macron. E’ importante l’ingresso di François Bayrou (Ministero della Giustizia) e di Marielle de Sarnez, due figure dirigenti del partito centrista MoDem e fautori importanti dell’attuale ricomposizione politica. Da segnalare anche la sottolineatura del nuovo Ministero della transizione ecologica, passato da Segolène Royal (con baci, abbracci, discorsi e inediti tappeti verdi), che non aveva un ministero ma era stata incaricata del problema, a Nicolas Hulot, figura di punta della cultura ecologica.

Finora, Macron ha reso noto sopratutto che vuole cambiare la legislazione sul lavoro, come se non bastassero già le norme decise dalla El Khomri, che avevano fortemente irritato sopratutto la gioventù operaia e dato luogo alle serate di discussioni a Place de la République, che duravano fino a tarda notte. La ministra del lavoro, Murielle Pénicaud, non è particolarmente nota per il suo contributo sul tema; sappiamo soltanto che anche lei ha fatto la sua esperienza nel “privato”. Sembra che questa sia stata scelta con una raccomandazione dal nuovo presidente.

Appaiono evidenti due cose. Macron è riuscito a “mordere” nel corpo del partito socialista e, con questo governo, in quello dei Repubblicani, il suo “exploit” non ha precedenti, trattandosi delle due forze politiche decisive nella Quinta Repubblica. In realtà, il governo e in genere il sistema di potere che ne esce, riflettono, senza peraltro aver l’autorità, il verticismo caro a De Gaulle.
E Macron si rivela sostanzialmente uomo di destra, cancellando ogni precedente esitazione in proposito. E infatti il Partito socialista sembra particolarmente irritato, anche se Hollande e alcuni suoi notabili sembrano prontissimi a collaborare. Per quanto riguarda i Repubblicani, c’è una presa di distanza formale da parte del segretario Baroin, che probabilmente teme che Macron peschi ulteriormente nel suo orto. Per ora non ci sono reazioni di altri personaggi importanti. Vedremo che cosa dice Sarkozy. Un suo fedele, Jean-François Copé, è rimasto ancora nel vago.

Resteranno da vedere le reazioni dell’Europa: Macron era corso martedi a Berlino a incontrare Angela Merkel, che sarà stata più contenta di sbecchettare la sua giovane faccia piuttosto di quella di Sarkozy o di Hollande. Chi non è contento di questo schieramento della destra classica con Macron è il Fronte Nazionale di Marine Le Pen, che vi vede un’evidente sbarramento nei confronti del suo gregge.

 

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