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Banche sdraiate sugli interessi armati

Gli istituti bancari al servizio del comparto militare-industriale hanno continuato ad abbuffarsi nel 2021 con la torta miliardaria del business armato (+87%). Al 1° posto ancora Unicredit. E i nostri conti correnti? Da Nigrizia.

La Relazione della presidenza del Consiglio sull’import ed export di armi 2022 conferma questa passione, mai scemata, tra banche e produttori (grandi e piccoli) armati. Se nel 2021 l’export militare è calato (ma poi non è del tutto vero) gli istituti bancari al servizio delle aziende militari hanno continuato ad abbuffarsi con la torta miliardaria del traffico di armi.

E non è un’immagine logorata per inflazioni retorica: l’importo complessivamente movimentato è stato pari a circa 14 miliardi di euro. Quasi il doppio (7,8 miliardi di euro) rispetto a quello registrato nel 2020. Ma in questo dato c’è dentro di tutto: dall’export all’import intracomunitario, dalle licenze globali di programma all’intermediazione, fino ai finanziamenti e garanzie.

Se prendiamo le tabelle che più interessano a Nigrizia, ossia l’ “export definitivo” e “le concessioni o rinnovi di finanziamenti e garanzie”, si passa dai 6,9 miliardi di euro, circa, del 2020 ai 12,9 miliardi del 2021.

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