Nessuna programmazione, tutto rinviato a settembre. Si dà la colpa alla congiuntura, alle nuove regole del Patto di Stabilità e al famigerato Superbonus. La verità è un’altra. E a settembre il governo si troverà in grossi guai. Tra l’altro alla spesa pubblica primaria mancheranno 70 miliardi.
Autori Sezioni: Pelto Pekka
Così piccola…e fragile
La manovra tratteggiata appare piccola nei volumi e fragile nelle modalità. Senza interventi di ampia progettualità, basata sulla flessibilità chiesta alla Ue e su una lotta all’evasione di piccolo cabotaggio.
Quale fisco all’orizzonte?
A un passo dalla Legge di Bilancio, il dibattito sulle priorità e le misure di politica fiscale del Governo assume un’importanza fondamentale. Scongiurata la sciagura della flat tax, rimangono i problemi legati ai vincoli europei di bilancio, alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, alla riforma dell’Irpef.
Reddito e pensioni. Fra marketing e realtà
Sul sostegno al reddito, workfare più che di welfare, la sfida sarà implementare vere politiche attive. Sulle pensioni, di fatto si introduce l’ennesimo regime derogatorio provvisorio, senza affrontare i nodi strutturali.
Manovra generica, brindano solo gli evasori
Non è un complotto se la manovra presentata dal governo riceve tante critiche. Risulta a dir poco generica e improntata non al keynesismo ma alla reaganomics, paternalistico e assistenziale il “reddito di cittadinanza”, non programmata ed esosa quota 100.