Come liberare l’America dal potere di Wall Street è il progetto per un sistema finanziario che non faccia male all’economia reale, con banche più piccole, investimenti “giusti” e regole più severe
Come liberare l’America dal potere di Wall Street è un rapporto del New Economic Working Group, prodotto in collaborazione con il New Economy Network. David Korten è l’autore principale ma molte organizzazioni hanno partecipato all’iniziativa: Business Alliance for Local Living Economies, Capital Institute, Democracy Collaborative, Green America, Institute for Policy Studies, Living Economies Forum, New Economy Network, New Rules Project, Institute for Local Self-Reliance, Public Banking Institute, RSF Social Finance, and YES! Magazine. Il rapporto disegna la strada per arrivare a un sistema finanziario fondato sulla trasparenza, con istituzioni radicate nelle comunità locali e impegnate a finanziare attività economiche che diano risposte ai bisogni delle persone. Per molti aspetti, si tratta di tornare al modello di finanza esistente prima dell’ondata di deregolamentazione iniziata negli anni ’70.Di seguito, riportiamo l’introduzione del rapporto nella traduzione di Francesco Bloise. Il rapporto è scaricabile al link www.neweconomyworkinggroup.org
Wall Street – la finanza americana – ha ricevuto un generoso piano di salvataggio pubblico e si è rapidamente ripresa. Main Street – l’economia reale degli Stati uniti – resta in crisi. I politici e gli analisti si domandano raramente le ragioni di tale disparità. Interrogarsi su questa contrapposizione metterebbe in evidenza che gli Stati uniti sono governati come una “plutocrazia”, non come una democrazia; la rabbia dei cittadini potrebbe rivolgersi contro il sistema istituzionale che lascia il potere ai banchieri di Wall Street.
Il crollo finanziario del 2008 è stato una conseguenza diretta e inevitabile di un esperimento d’ingegneria sociale portato avanti da Wall Street, che ha permesso alle istituzioni finanziarie di consolidare il loro controllo sulla creazione e circolazione della moneta oltre il limite della responsabilità pubblica. La priorità del sistema monetario si è spostata dal finanziamento degli investimenti reali a quello di giochi speculativi progettati unicamente per arricchire la finanza, senza produrre nulla di reale.
La funzione corretta della moneta è di facilitare un utilizzo sostenibile ed equo delle risorse per soddisfare i bisogni delle persone, delle comunità e del sistema ambientale. Tutto ciò richiede un sistema finanziario capace di creare moneta come bene pubblico, di rispondere in modo democratico agli interessi collettivi, e di radicarsi nelle comunità locali
Sarebbe un sistema simile a quello che finanziò la vittoria degli Stati uniti nella seconda guerra mondiale, produsse un periodo di stabilità economica e prosperità senza precedenti, fece dell’America la potenza industriale del mondo, e creò la classe media americana. Un sistema che ha funzionato bene fino all’esperimento di “modernizzazione finanziaria” guidato dalla finanza di Wall Street.
Gli interessi finanziari si sono messi in azione a partire dagli anni ’70 per liberalizzare la finanza; i risultati oggi sono l’erosione della classe media, un’estrema concentrazione della ricchezza, un costoso collasso finanziario, alti tassi di disoccupazione, fallimenti e pignoramenti immobiliari; tutto questo ha accelerato la crisi ambientale, lo svuotamento della capacità industriale, tecnologica e di ricerca degli Stati uniti. Wall Street ha beneficiato incondizionatamente da tutto questo, e presenta il suo esperimento come un grande successo.
Questo rapporto presenta un’agenda in sei punti per porre fine agli eccessi della finanza di Wall Street e creare un sistema monetario e finanziario responsabile, che rispecchi i bisogni e le opportunità degli Stati uniti nel ventunesimo secolo.
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Invertire il processo di consolidamento bancario e costruire un sistema di istituzioni finanziarie radicate nelle comunità locali e responsabili di fronte a esse, impegnate a creare nuova ricchezza sociale. Le mega-banche (quelle che sono “troppo grandi per essere lasciate fallire”) devono essere frammentate in aziende più piccole; le regole bancarie e le norme fiscali devono favorire istituzioni finanziarie comunitarie di giuste dimensioni e, in particolare, istituzioni finanziarie comunitarie organizzate in cooperative o appartenenti a enti non-profit, dedicate alla costruzione della ricchezza sociale.
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Creare una banca a partecipazione statale (State Partnership Bank) in ognuno dei 50 stati che faccia da deposito per le attività finanziarie dello stato. Tali banche possono mantenere questi fondi in circolazione collaborando con istituzioni finanziarie comunitarie, attraverso prestiti a chi compra abitazioni locali e alle imprese di proprietà locale impegnate nella costruzione, nell’agricoltura, nell’industria e nel commercio.
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Riorganizzare la Federal Reserve per limitare la sua responsabilità nella gestione dell’offerta di moneta, sottoporla al controllo del governo federale e a meccanismi di responsabilità di fronte ai cittadini, chiedendo che tutti i fondi di nuova creazione siano destinati alle infrastrutture pubbliche. Assegnare la responsabilità per la regolazione delle banche e delle cosiddette istituzioni “bancarie ombra” a agenzie regolatrici specializzate.
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Creare una Banca federale per la ricostruzione (Federal Recovery and Reconstruction Bank) per finanziare i progetti di infrastrutture verdi decisi dal Congresso. Essi potrebbero essere finanziati dal denaro creato dalla Federal Reserve quando c’è bisogno di espandere l’offerta di moneta. La liquidità necessaria potrebbe essere indirizzata verso la Banca federale per la ricostruzione, piuttosto che attraverso le banche di Wall Street.
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Riscrivere le regole internazionali del commercio e degli investimenti per garantire la proprietà nazionale, l’autonomia e l’autodeterminazione. Adeguare le norme internazionali agli assunti fondamentali della teoria del commercio basati sull’idea che la proprietà dei beni produttivi appartiene ai cittadini del paese in cui esse operano e che il commercio tra le nazioni sia equilibrato. Costringere le multinazionali a rispettare le leggi dei paesi in cui operano.
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Realizzare regolamentazioni e misure fiscali appropriate per assicurare l’integrità dei mercati finanziari e del sistema bancario e monetario. Tali misure dovrebbero favorire gli investimenti produttivi e renderebbero la speculazione finanziaria illegale e non profittevole.
I critici sosterranno che le azioni proposte rappresentano un’ingiustificata interferenza governativa nell’azione dei mercati. In realtà, le stesse istituzioni di Wall Street sono creazioni del governo e non esisterebbero senza l’intervento dello stato. Ogni grande banca è una corporation, creata da una concessione del governo, che estende diritti e privilegi che non sono concessi agli individui. Il denaro che alimenta le frenesie speculative origina dalla Federal Reserve, una creazione del governo. La maggior parte delle grandi aziende di Wall Street sarebbe fallita durante il crollo finanziario del 2008 se non fossero intervenuti il ministero del Tesoro americano e la Federal Reserve con un massiccio piano di salvataggio.
Per il governo è del tutto appropriato – ed è un preciso dovere – intervenire per far comportare in modo responsabile istituzioni finanziarie che ha contribuito a creare. La pratica del governo federale di creare, sussidiare, e proteggere istituzioni private che non hanno alcuna finalità pubblica e che si rifiutano di accettare la responsabilità per le conseguenze pubbliche delle loro azioni deve finire.
L’attuazione dei punti proposti in questa agenda dipenderà dall’azione dei cittadini, insieme ai governi statali e locali, per promuovere una presa di coscienza pubblica sulle questioni qui sollevate, privilegiando le attività di Main Street – dell’economia reale – rispetto a quelle di Wall Street, promuovendo la proprietà cooperativa o non-profit delle istituzioni finanziarie, e chiedendo leggi che consentano di introdurre questi cambiamenti.