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Non chiamatela Ong, l’ombra politica dietro la gestione degli aiuti a Gaza

Molto opaca è l’organizzazione incaricata da Israele di portare aiuti, anche se con il contagocce, alla popolazione di Gaza: ha sede a Ginevra ma non è una ong. ll responsabile degli affari umanitari Onu, Tom Fletcher, ha definito il piano “una messinscena cinica”. Da Infocooperazione

In qualche articolo dei media internazionali è stata già denominata come NGO ma si tratta in realtà di una fondazione opaca e politicizzata quella che gestirà gli aiuti a Gaza secondo il piano concordato tra Israele e USA. Nel pieno di una delle peggiori crisi umanitarie del nostro tempo, una nuova e misteriosa entità si prepara a prendere il controllo della distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza. Si chiama Gaza Humanitarian Foundation (GHF), è stata formalmente registrata in Svizzera a febbraio 2025, ma non ha alcun passato nel mondo della cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario. Nonostante ciò, è stata designata da Stati Uniti e Israele come futura struttura incaricata di distribuire cibo, medicine e beni essenziali ai 2,2 milioni di palestinesi intrappolati in un’area devastata da mesi di guerra.

Non chiamatela ONG, quindi, nonostante si sia recentemente registrata come organizzazione non governativa a Ginevra secondo la legislazione Svizzera. Perché la GHF, più che un’organizzazione indipendente e umanitaria, appare come uno strumento politico e logistico al servizio di interessi strategici, più attenta alla sicurezza e al controllo che ai principi di neutralità e imparzialità che dovrebbero guidare ogni intervento umanitario.

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