La crisi greca scoppia nel dicembre 2009, i titoli emessi dal governo vengono declassati dalle agenzie di rating, i tassi di interesse vanno alle stelle e Atene non riesce più a finanziare il debito pubblico sul mercato dei capitali privati
Soltanto il prestito dell’FMI e stati membri della zona euro evita il default, ma è condizionato all’adozione di severe misure di austerità: aumenti delle tasse, taglia a pensioni e stipendi pubblici, alla sanità ed ai servizi sociali, privatizzazioni di servizi pubblici come acqua, poste e telecomunicazioni. Nel febbraio 2012, l’accordo che ha garantito la seconda tranche di aiuti ha previsto, insieme ad un secondo piano di austerità, il ridimensionamento del valore del debito detenuto dalle banche internazionali per un totale del 75 per cento. Si è previsto che il piano possa riportare nel 2020 il valore del debito pubblico greco sotto la soglia considerata sostenibile del 120 per cento.
Ad oggi le misure attuate dal governo ellenico sembrano non rispettare i parametri imposti dal Memorandum della Troika. Si fatica a riscuotere le tasse, con un buco di bilancio pari a un miliardo e mezzo nel primo semestre del 2012 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le misure di austerità gravano sui cittadini che hanno visto aumentare le tasse sui consumi e diminuire stipendi e pensioni. Molto rimane ancora da fare sul fronte della riorganizzazione dell’amministrazione pubblica e il bilancio dello stato rimane pari al 132,4 per cento del Pil, nonostante i consistenti tagli realizzati (è il più alto dell’Ue).
Nel luglio scorso Phillip Roesler, vice cancelliere tedesco, si dichiarava scettico sulla possibilità di salvataggio della Grecia. “Quello che emerge è che la Grecia probabilmente non sarà in grado di adempiere alle condizioni richieste”, e il mancato rispetto delle condizioni, ha dichiarato il giovane vice cancelliere alla tv pubblica tedesca, “impedirà la possibilità di ricevere nuovi aiuti”. Obiettivo della visita a Berlino del primo ministro greco Samaras lo scorso agosto, sono stati i due anni di tempo di cui la Grecia avrebbe bisogno per tagliare ulteriori 11,5 miliardi, un rinvio che la Cancelliera non avrebbe concesso. La Germania sostiene gli sforzi della Grecia e non azzarda giudizi prima della presentazione del report ufficiale della Troika previsto per fine Settembre, è tutto quello che la Cancelliera ha dichiarato.
Nei giorni scorsi il Primo ministro greco ha incontrato il presidente francese Hollande. Nonostante gli apprezzamenti ricevuti e la convinzione espressa sulla permanenza della Grecia nella zona euro, Parigi è rimasta cauta, affermando di voler attendere il rapporto ufficiale prima di concedere una proroga. Samaras da parte sua ha ribadito che la Grecia non è alla ricerca di prestiti ulteriori bensì del “tempo per respirare” che permetta sia di rispettare gli obbiettivi fissati con il Memorandum sia di rilanciare l’economia in grave recessione.