Il 17 febbraio è stata la giornata mondiale della tassa sulle transazioni finanziarie. Scendono in campo a sostegno della vera Robin-tax anche Ituc e Cgil
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, non ci aiuta. Pur essendo stato tra i primi leader mondiali che si sono espressi contro gli effetti devastanti della crisi scatenata dai subprime americani (anche se le cause come sappiamo erano anche precedenti) ed essendo stato tra i convinti assertori di una politica di controllo sui flussi finanziari, ora rischia di mandare un messaggio contrario al mondo per i suoi dubbi sulle tasse sui ricchi e sulle tasse sui patrimoni in generale. Il presidente francese pare infatti si sia convinto della necessità di sopprimere la patrimoniale (Isf, imposta sulla fortuna), nonostante il parere assolutamente contrario dell’opposizione e quello molto dubbioso della sua stessa maggioranza politica. ”L’imposta sulla fortuna – ha spiegato Sarkozy – è soppressa ovunque in Europa, è stata soppressa dai socialisti tedeschi e dai socialisti spagnoli”.
Ma se i dubbi del presidente francese – espressi proprio alla vigilia di una grande iniziativa sulle tasse del sindacato mondiale– si concentrano sulla patrimoniale, o meglio sul particolare sistema francese di “tassa della fortuna”, pare invece rimanga convinto di un’altra forma di tassazione, quella sulle transazioni finanziarie internazionali, la cosiddetta Robin Hood Tax. Si tratta di una tassa pensata per reperire le risorse necessarie per rilanciare una crescita fondata sull’economia reale, un’idea che si ispira a quella ben più famosa lanciata qualche anno fa dall’economista premio Nobel, James Tobin. Ora la Robin Tax – meglio conosciuta all’estero come Ttf – è diventata la nuova proposta del sindacato internazionale Ituc Csi, che è riuscito a coinvolgere in una mobilitazione globale tutti i sindacati di tutti i paesi.
Secondo i calcoli della confederazione mondiale, una tassa dello 0,005% sulle transazioni potrebbe generare un flusso di denaro, a livello globale, pari a 400 miliardi di dollari l’anno. In Italia, vista la situazione dei rapporti tra i sindacati confederali, non è stato possibile lanciare in modo unitario la giornata di azione globale. Se ne è fatta carico la Cgil che ha intenzione di creare un vasto movimento intorno alla proposta dell’Ituc.
La tassa sulle transazioni internazionali è stata pensata per reperire risorse, ma anche per regolare i flussi della finanza globale. Come sappiamo, infatti, ci sono operazioni finanziarie e speculative che si consumano nel giro di una manciata di secondi, mentre le acrobazie dell’ingegneria finanziaria si allontanano sempre di più dai problemi concreti dell’economia reale.
La proposta dell’Ituc, il sindacato mondiale diretto in questo momento da una donna, Sharan Burrow, si basa su dieci punti chiave. Tra i dieci punti, ricordiamo che le Ttf o Robin Hood Tax possono produrre un gettito fiscale molto consistente, che secondo i primi calcoli si aggira appunto sui 400 miliardi di dollari; non si tratta di tasse che gravano sulla gente comune, né sui fondi pensione che come è noto agli esperti sono investitori istituzionali che movimentano i loro portafogli in termini di operazioni finanziarie una o due volte l’anno, a differenza appunto di altri investitori che movimentano i loro patrimoni anche più volte al giorno. Le Ttf, secondo gli esperti, possono contribuire a ridurre la volatilità degli investimenti finanziari o quanto meno arginare le pratiche da casinò dell’high frequency trading. La Robin Hood Tax è considerata poi una tassa con una forte caratterizzazione etica, visto che sarebbe pagata da soggetti che possono sicuramente permetterselo.
Negli altri paesi ci sono sponsor autorevoli che hanno preso a cuore la proposta del sindacato mondiale. Oltre a Sarkozy per la Francia, in Germania il cancelliere Angela Merkel spinge nella stessa direzione, mentre a livello mondiale sono molte le personalità che hanno già aderito alla campagna: tra questi l’ex presidente del Brasile, Lula. Tutto aperto il dibattito politico ed economico sull’utilizzo di queste ingenti risorse, qualora il sogno di una tassa sulle transazioni finanziarie diventasse realtà. Alcuni sindacati spingono per utilizzare le nuove risorse per la difesa dell’ambiente. Altri per ridurre la povertà nel mondo, cominciando dai paesi più arretrati. Altri pensano che sia necessario utilizzare le risorse per contribuire a ridurre la disoccupazione giovanile. Ma il percorso è appena stato avviato. La strada è lunghissima.
Paolo Andruccioli è coordinatore dell’ufficio stampa della Cgil. La Cgil nazionale illustra la proposta del sindacato internazionale in una conferenza stampa, giovedì 17 febbraio, a Roma presso la sede della Cgil Nazionale in Corso d’Italia 25 alle ore 11. A spiegare la proposta sarà il segretario confederale della Cgil, con delega alle politiche economiche, Danilo Barbi.
Sulla Ttf si veda anche il capitolo del libro “Dopo la crisi” intitolato “Una tassa sulla speculazione” (scaricabile, con lil pdf della prima parte del libro, qui) e il sito della campagna Zerozerocinque.