L’Altra Cernobbio di Sbilanciamoci!: il percorso verso la manifestazione a Roma «Insieme per la Costituzione». Vittorio Agnoletto: «Riusciamo a costruire il seguito e a organizzare un movimento?». Da il manifesto.
L’altra Cernobbio, organizzata a Como dalla campagna Sbilanciamoci! a causa dei divieti di manifestare nella stessa città dove si tiene il forum Ambrosetti, si è chiusa ieri nella sede dell’Arci Xanadu-Spazio Gloria dopo dodici ore di dibattito, 47 interventi e due giorni di discussioni assembleari durante i quali è stato snocciolato un programma per l’autunno che potrebbe portare a uno sciopero generale. Il primo appuntamento condiviso dall’agenda della campagna composta da 51 associazioni è la manifestazione del prossimo 7 ottobre a Roma indetta da un’ottantina di associazioni della sinistra diffusa e dalla Cgil intitolata «La strada maestra. Insieme per la costituzione».
La citazione di Piero Calamandrei, che in un discorso agli studenti nel 1955 disse che la Carta era «un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare», è stata ribadita anche nel titolo del contro-vertice organizzato da Sbilanciamoci. In alcuni dei suoi articoli chiave i promotori di questo percorso che si vuole largo e partecipato hanno trovato gli argomenti per sostenere la pace contro la politica e l’economia di guerra; la riduzione delle spese militari a favore di quella sociale.
La richiesta di applicare la Costituzione giustifica l’opposizione contro il duplice progetto del governo Meloni sull’autonomia differenziata e sul presidenzialismo. Qui sono state trovate le ragioni contro la precarizzazione del lavoro, il taglio del Welfare, della sanità e per il diritto sociale alla salute, quelle a favore della progressività fiscale e per la tassazione dei grandi patrimoni, contro la delega fiscale e l’idea «meritocratica» dell’istruzione e della ricerca.
Dieci anni fa l’espressione «La strada maestra» è stata usata in un manifesto e in una manifestazione promossa tra gli altri da Stefano Rodotà. «Oggi – ha detto la scrittrice Daniela Padoan, presidente di Libertà e giustizia intervenuta ieri nel dibattito – ci troviamo in un tempo ancora più pericoloso dove è in questione anche la tenuta sociale, umana e politica di un paese che ha smesso di sentire la Costituzione come patto sociale».
Il percorso di avvicinamento al 7 ottobre proseguirà con l’assemblea dei delegati Fiom Cgil del 22 settembre a piazza del popolo a Roma. Con lo stesso spirito, ha ricordato il portavoce di Sbilanciamoci! Giulio Marcon, i suoi promotori andranno all’assemblea a Roma il 23 settembre sulla lotta per un reddito garantito. Poi ci sarà la settimana contro la guerra organizzata dai pacifisti europei dal 30 settembre. Così faranno gli studenti nei cortei del 17 novembre.
Cruda e necessaria ieri è stata l’analisi sulla composizione materiale del «sociale» fatta di don Virginio Colmegna della Casa della Carità di Milano he si è soffermato sulla deriva del terzo settore verso la fornitura dei servizi è stata cruda e necessaria. «La normalizzazione e la depoliticizazione del movimento altermondialista e l’adozione del soluzionismo e del prestazionalismo hanno prodotto una trasformazione genetica del terzo settore e ha imposto l’agenda dello “sviluppo sostenibile” – ha aggiunto Nicoletta Dentico, Society for International Development– Oggi c’è bisogno di un pensiero critico per rilanciare l’alternativa».
Vittorio Agnoletto, già portavoce del movimento altermondialista a Genova 2001,ha abbozzato l’analisi della congiuntura politica. «In questi anni ci sono state diverse rielaborazioni del pensiero neoliberista – ha detto – La nostra parte non ha avuto la capacità di rielaborare il suo progetto. I semi però circolano e possono produrre altri conflitti. In America Latina l’intreccio tra movimenti e sinistra politici produce risultati. Guardo con enorme speranza il 7 ottobre. Ma riusciamo a costruire il seguito e a creare movimento? Bisogna dare continuità sui territori e costruire vertenze sociali. Potremo iniziare dalla sanità. Siamo d’accordo che bisogna finirla con i medici a gettone, aumentare i salari e chiudere l’intramoenia?».