La globalizzazione e la riduzione delle tasse su capitale e reddito di impresa degli ultimi 30 anni rendono necessario un intervento strutturale a livello Ue. Da Repubblica.it
Negli ultimi 30 anni il processo di globalizzazione, trainato dalla mobilità dei capitali nel mondo, si è accompagnato ad una riduzione notevole delle tasse sul capitale e sui redditi di impresa. Sinteticamente, e tralasciando le imposte pagate da imprese individuali, società di persone e società familiari, che comunque sono molto meno globalizzate, dal 1991 ad oggi le tasse versate sugli utili dalle società di capitali si sono ridotte di circa il 40% nei Paesi avanzati (dati Ocse).
Questa riduzione di gettito è stata funzionale alla globalizzazione dei capitali e ha innescato una competizione tra Stati per attrarre capitali, generando nei Paesi avanzati una complessiva riduzione del contributo al fisco da parte di capitale, profitti e rendite finanziarie. In molti casi la residenza formale di grandi aziende è in luoghi a bassa tassazione, mentre la residenza sostanziale, identificata dalle attività economiche, rimane nei Paesi di origine storica del marchio.
In Italia, il gettito delle sole società di capitali è passato dal 3,5% del Pil nel 1991 al 2,2% nel 2022, con una perdita di gettito, calcolato a tassazione costante, di circa 20 miliardi di euro annui in media (3 volte circa il valore del Rdc), ovvero di circa 450 miliardi di euro nell’intero periodo (2 volte circa il valore del Pnrr).