«Il neoliberismo non ha dato risultati positivi» nel perseguimento di una «società buona», rivelandosi «poco sostenibile dal punto di vista economico, sociale, politico e ambientale». Il premio Nobel Stiglitz in Italia per i suoi 80 anni pronuncia una Lectio Magistralis nella quale parla di diseguaglianze e capitalismo progressivo. Da Agenzia Sir.
La concezione dell’economia di mercato che ha prevalso negli ultimi quarant’anni, il neoliberismo, non ha dato risultati positivi” nel perseguimento di una “società buona”, rivelandosi “poco sostenibile dal punto di vista economico, sociale, politico e ambientale”. Anziché determinare uno sviluppo economico equilibrato, con la crescita di reddito e ricchezza per tutti, ha soltanto contribuito a favorire “enormi disuguaglianze sociali”. È uno dei passaggi centrali della Lectio cathedrae magistralis “An economy for a just, free, and prosperous society”, pronunciata oggi dal Premio Nobel per l’Economia 2001 Joseph Eugene Stiglitz in occasione dei due giorni di celebrazioni per gli ottant’anni del professore della Columbia University di New York promossi a Milano dall’Università Cattolica.
Un tema, quello della disuguaglianza, sui cui si è soffermatoane anche il rettore dell’Ateneo, Cattolica Franco Anelli, introducendo la lezione dell’economista insieme alla preside della Facoltà di Economia, Antonella Occhino, e al direttore del Dipartimento di Economia e Finanza, Luca Colombo. “Non possiamo non collegare la riflessione del professor Stiglitz a quella di Papa Francesco”, ha affermato Anelli, spiegando che “sia il Papa che Joseph Stiglitz, muovendo da presupposti differenti, convergono nel mettere in dubbio questa connessione: la disuguaglianza non è un destino ineluttabile delle nostre società ma è la conseguenza di determinate scelte pubbliche”. Pertanto, ha aggiunto il rettore, “diventa urgente l’elaborazione di una razionalità economica che prenda in esame tutte le dimensioni dell’umano”.
Per Stiglitz, “l’aumento delle diseguaglianze economiche e sociali che il neoliberismo ha favorito rappresenta l’antitesi di ciò che si potrebbe pensare come una buona società”, sostiene Stiglitz che critica quelli che definisce «i sostenitori del capitalismo senza vincoli”, secondo cui è necessario “massimizzare la libertà economica e politica dell’individuo” e “limitare gli eccessivi interventi governativi”. Si tratta, avverte l’economista statunitense, di “affermazioni false”. Secondo il Premio Nobel, infatti, “il capitalismo senza vincoli limita la libertà della maggior parte degli individui di realizzare pienamente il proprio potenziale. Il vero pericolo del neoliberismo è la distruzione dei valori e l’indebolimento delle libertà”. Il capitalismo contemporaneo con i suoi eccessi e la mancanza di protezioni sufficienti per le fasce deboli della popolazione “sta minacciando la democrazia”. Non solo. “L’ironia – ha osservato – è che, un sistema così concepito, il capitalismo non può prosperare” poiché non ha la “fiducia” necessaria per il suo funzionamento. Una mancanza di fiducia che, di conseguenza, “rende quasi impossibile affrontare il cambiamento climatico con l’urgenza e la portata necessarie. È in gioco la salute e la sopravvivenza di milioni di persone, eppure potremmo non essere in grado di fare nulla”. Insomma, ha denunciato, “il capitalismo sta creando un tipologia di uomo che finirà per divorare lo stesso capitalismo” che “senza riforme potrebbe non essere sostenibile”. Secondo Stiglitz l’alternativa a questo sistema è un “capitalismo progressivo”, una concezione dell’economia di mercato che offre la “promessa di un’economia prospera in una società giusta, libera, e inclusiva” e “comporta un migliore equilibrio tra Stato, mercato e società civile, con una serie di accordi istituzionali, tra cui cooperative e istituzioni no-profit”. “Il capitalismo progressivo – ha affermato – può funzionare solo in uno Stato democratico; e uno Stato può essere veramente democratico solo con sistemi di pesi e contrappesi, che non funzionano se non ci sono adeguati sistemi di controllo”. Stiglitz si è anche soffermato sul ruolo dell’educazione: “La ‘buona scuola’ – ha evidenziato – aiuta a essere liberi, permette di ragionare e di fare scelte consapevoli; la cattiva educazione cerca di indottrinare e inculcare ideologie, di affidarsi alla fede cieca e alla coercizione sociale”.
Pubblicato dall’Agenzia d’informazione SIR