I dati del rapporto Oxfam sulle diseguaglianze globali sono stati preceduti dal lancio della campagna italiana Tax The Rich per togliere un po’ di privilegi, fiscali e non solo, ai grandi patrimoni e agli speculatori. Da il manifesto.
Con una mossa spiazzante, il forum di Davos del 2023 si apre con un rapporto di Oxfam che mette sul banco degli imputati le grandi ricchezze e i grandi patrimoni. La sensazione è quasi che il World Economic Forum finisca per mettere sotto accusa proprio buona parte di quello stesso mondo politico ed economico che tradizionalmente lo compone. Il rapporto di Oxfam presentato all’incontro annuale dei potenti del mondo infatti suggerisce di introdurre un’imposta del 5% sui grandi patrimoni, per affrancare dalla povertà fino a 2 miliardi di persone. Un’iniziativa più di propaganda che reale.
La disuguaglianza globale è peggiorata, con l’1% più ricco che si è impossessato di quasi i due terzi dei 42 trilioni di dollari di ricchezza appena creati dal 2020. In Italia alla fine del 2021 la distribuzione della ricchezza nazionale netta vedeva il 20% più ricco degli italiani detenere oltre 2/3 della ricchezza nazionale (68,6%). Senza considerare la tassazione globale, europea e nazionale non sarà possibile inferire un colpo alla disuguaglianza mondiale. Due aspetti vanno tenuti presenti. Il primo riguarda la riforma fiscale. Abbiamo un sistema fiscale che, dal 1974, ha perso la progressività stabilita dalla Costituzione, aumentando le tasse per le fasce deboli della popolazione e diminuendole drasticamente per i super ricchi: se avessimo mantenuto i criteri di allora, oggi le aliquote Irpef andrebbero dal 12% all’86%, invece che avere l’attuale vergognosa forbice che va dal 24% al 43%.