Nel piano di pace in 15 punti anticipato dal Financial Times a garantire la neutralità dell’Ucraina dovrebbero essere Usa, Gran Bretagna e Turchia, tre paesi Nato ma non dell’Ue. E’ il punto critico della vicenda. La Nato avanza e l’Europa arretra. Da il manifesto.
Una “grande” Nato, una piccola Europa e una Cina asso pigliatutto. Così ci avviciniamo, si spera, a un cessate il fuoco, almeno secondo il Financial Times che parla di un piano in 15 punti.
L’aspetto significativo è che la neutralità dell’Ucraina sarebbe garantita da Stati Uniti, Gran Bretagna e Turchia, tre Paesi Nato ma non membri dell’Unione europea. Insomma questa non è una battaglia per fare entrare più Europa nell’Ucraina ma casomai ancora più Nato, sia pure in forma di neutralità “mascherata”. Perché si capisce che l’Ucraina resterà terreno di provocazioni per un bel po’ di anni.
Questo è il punto critico della vicenda. La Nato avanza e l’Europa arretra. La Germania, accantonando decenni di antimilitarismo, poche ore dopo l’inizio del conflitto ha annunciato lo stanziamento di 100 miliardi per rafforzare la Bundesweher. La locomotiva d’Europa – 83 milioni di abitanti e per Pil quarta potenza del mondo – in prospettiva si rende autonoma da Bruxelles e lascia gli altri europei, con i loro discorsi sulla difesa, alla guida della Francia, unica potenza nucleare della Ue e membro del consiglio di sicurezza della Ue.