Martedì 29 settembre, dalle 15.30 alle 18.00 in diretta live sul sito e sulla pagina Facebook de La Nuova Ecologia, l’iniziativa “Recovery Plan. Le scelte green indispensabili per un piano italiano capace di futuro” promossa da Legambiente e Forum Disuguaglianze Diversità. Al centro le proposte per il prossimo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Nulla sarà come prima” si declamava dai balconi ad inizio lockdown. Il Recovery plan europeo è l’occasione per passare dagli slogan ai fatti, perché pone il paese di fronte alla scelta della direzione di marcia. Tre sono gli scenari possibili[1]: il ritorno alla normalità, migliorando qualche imperfezione, come ha sostanzialmente delineato il dimenticato documento Colao; l’accelerazione autoritaria e populista, fatta di muri, autoritarismo ed esautoramento della democrazia; oppure uno scenario di cambiamento verso un futuro più giusto di prima, perché fondato sull’intreccio virtuoso tra giustizia sociale e giustizia ambientale.
Se si vogliono fare passi concreti verso il terzo scenario l’occasione è irripetibile e bisogna cominciare subito. La scelta è netta. O un ammasso di progetti, riesumati dai cassetti ministeriali e delle grandi lobby, come quell’elenco fatto circolare improvvidamente già a metà settembre, prima ancora che la Commissione definisse gli orientamenti strategici e vincolanti per l’attuazione del Recovery and Resilience Facility (RRF), pilastro principale di Next Generation EU (672,5 miliardi, per l’Italia 209 miliardi, 85 di sovvenzioni e 124 di prestiti, che si aggiungono ai circa 40 miliardi per i fondi di coesione). Oppure una coraggiosa discussione pubblica che delinei obiettivi, criteri, condizioni di attuazione e priorità, che dovranno essere poi applicati nei progetti, che dovranno servire, come dichiara l’Unione, ad “attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi e sostenere le transizioni verde e digitale”, con al centro un’azione climatica ambiziosa sostenuta da almeno il 37% delle risorse, per arrivare al 2030 con una riduzione delle emissioni climalteranti del 55%.
La sfida è grande e il confronto pubblico deve partire subito, in modo trasparente, per discutere e condividere principi e criteri, nonché la loro declinazione territoriale, per arrivare ad un programma progettuale condiviso per fine aprile 2021. Sarà decisivo il passaggio in Parlamento ed il percorso che si vorrà costruire in un dialogo vero non solo con Regioni e Enti Locali, ma anche con imprese e soggetti civici e territoriali.
Legambiente e Forum Disuguaglianze e Diversità vogliono contribuire con l’iniziativa “Recovery Plan” di martedì 29 settembre – dalle 15.30 alle 18.00 in diretta live sul sito e sulla pagina Facebook de La Nuova Ecologia (di seguito la locandina con il programma completo dell’evento) – al percorso che porterà all’approvazione del piano italiano, per accelerare una transizione ecologica e digitale guidata da obiettivi di giustizia sociale. E pongono sul tavolo 10 missioni prioritarie con linee progettuali e indicazioni operative per avviare un rinnovamento del paese ispirato alla giustizia ambientale e sociale. Serve un confronto trasparente con tutti gli attori sociali e politici per promuovere e diffondere una nuova economia, circolare e civile, capace di generare benefici per il benessere delle persone, per le imprese ed il lavoro, per i territori.
L’obiettivo è di costruire un osservatorio civico per tenere alto il livello del confronto e contribuire con idee e progetti alla costruzione del piano, entrando nel merito delle scelte perché la sfida riguarda tutti e ogni territorio.
Note
[1] Cfr. Un futuro più giusto, a cura di Fabrizio Barca e Patrizia Luongo, il Mulino, Bologna 2020. Cfr. anche qui