Usciva nel 2008 il libro “no-fiction” dello scrittore italiano, scomparso troppo presto, che descriveva l’atroce realtà dello sfruttamento nei campi del Sud. Da Collettiva
La morte, anzi l’omicidio di Satnam Singh dello scorso 17 giugno ha riacceso i riflettori sulla condizione dei braccianti nelle terre italiane, lo schiavismo dei nostri tempi, qualcosa che in un Paese democratico non dovrebbe esistere e invece è vivo e vegeto, perché parte di un sistema economico che basa i suoi profitti proprio sullo sfruttamento di esseri umani di diversa provenienza in cerca di lavoro e di un’esistenza dignitosa. Da noi invece trovano l’inferno, e in più di una circostanza, per l’appunto, la morte.