Le grandi banche sono sempre più spesso in tribunale, gli scandali e le inchieste si fanno più frequenti e clamorose. È il risultato di una finanza abituata a operare senza regole, al di sopra della legge
Da anni il settore bancario e finanziario viene messo sotto accusa per le sue responsabilità nella crisi attuale, per le grandi attività speculative, per una finanza ipertrofica e fine a se stessa. Su Sbilanciamoci.info hanno fatto il punto in questi giorni Claudio Gnesutta (www.sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/Finanza-e-capitalismo.-Che-cosa-e-cambiato-16028) e Vincenzo Comito (www.sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/Banche-cronache-di-un-anno-difficile-16073). Ma le maggiori banche non sono solo questo. Negli ultimi mesi hanno fatto di più. Molto di più. Vediamo alcuni esempi.
A luglio 2012 la Barclays viene accusata di manipolare il Libor, un tasso di riferimento del mercato interbancario da cui dipendono i mutui di milioni di cittadini e titoli finanziari per migliaia di miliardi di dollari. La Barclays non è certo da sola: recentemente la svizzera UBS patteggia un miliardo e mezzo di dollari di multa, ma si è parlato di un possibile coinvolgimento di almeno una mezza dozzina di banche parte del gotha della finanza globale. E la cosa rischia di non finire qui, visto che l’Unione Europea sembra volere capire se l’Euribor, il tasso di riferimento europeo analogo all’inglese Libor, ha subito “ingerenze” simili.
Nello stesso periodo si viene a sapere che Bank of America è stata citata nell’ambito di un’inchiesta del governo Usa riguardante il sostegno ad alcuni dei più feroci cartelli della droga messicani. Non sembra un caso isolato: nelle ultime settimane la HSBC, uno dei maggiori gruppi bancari inglesi, paga 1,9 miliardi di dollari per chiudere un’inchiesta riguardante il riciclaggio del denaro dei narcos messicani. Come segnala Global Witness, mentre la HSBC portava avanti i suoi affari la guerra della droga in Messico ha fatto qualcosa come 47.000 morti. Sempre a HSBC sono rivolte accuse per la violazione dell’embargo commerciale statunitense verso l’Iran.
Il Los Angeles Times scrive di possibili manipolazioni del mercato dell’energia californiano da parte di JP Morgan Chase, un affaruccio “à la Enron”, nelle parole del quotidiano, che sarebbe costato alle famiglie americane qualche centinaio di milioni di dollari.
Nella virtuosa Germania i vertici della virtuosa Deutsche Bank, già sotto accusa per la manipolazione del Libor, sono indagati per il sospetto di una frode fiscale da centinaia di milioni di euro per operazioni sui mercati dove si scambiano “permessi di inquinare”, relativi alle emissioni di anidride carbonica.
E poi Deutsche Bank, UBS, JP Morgan e Depfa Bank sono appena state condannate per una presunta truffa ai danni del Comune di Milano nella vendita di derivati (se ne parla qui: www.sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/Banche-condannate-per-i-derivati-di-Milano-16066). La multa in sé è molto limitata, ma la sentenza fissa un precedente storico, e potrebbe allargare a macchia d’olio i processi e il numero delle banche coinvolte: si stima in circa 30 miliardi l’importo complessivo di derivati sottoscritti dagli enti locali italiani negli ultimi anni, con diverse banche italiane e straniere coinvolte nella vendita e, potenzialmente, in futuri processi.
Anche le banche italiane si sono date da fare: nei mesi passati i nostri maggiori istituti di credito hanno versato centinaia di milioni di euro al fisco per chiudere vertenze aperte con l’Agenzia delle Entrate. Si tratta di 210 milioni per Intesa Sanpaolo, 210 per il Banco Popolare, 200 per BPM, 53 per Credem, 191 per Unicredit, 260 milioni per Monte Paschi. Niente male per una banca, quest’ultima, ora destinata a essere salvata con oltre 3 miliardi di soldi pubblici. Ovviamente tutte le banche hanno professato la propria innocenza e segnalato che hanno preferito pagare unicamente per chiudere il contenzioso una volta per tutte, vista la lentezza della giustizia italiana.
Siamo soltanto alla punta dell’iceberg, solo agli eventi di rilievo internazionale degli ultimi mesi. Quale altro settore è in grado di sfornare truffe, scandali e reati con un tale ritmo? Quale altra attività produttiva è al centro di accuse di portata anche solo paragonabile a quelle che coinvolgono le banche praticamente su base quotidiana?
Ma forse c’è una logica in questi comportamenti. In un momento di crisi, senza manipolare i tassi di mercato, come potrebbero questi “poveri” gruppi bancari realizzare i profitti in doppia cifra necessari per rifinanziare le gigantesche leve finanziarie e i debiti contratti per attività speculative negli anni passati? Chi, se non la criminalità organizzata, in questa fase recessiva ha la liquidità necessaria per tenere in piedi un gigantesco sistema bancario ombra? Come versare interamente quanto dovuto al fisco se occorre pagare bonus e stock option milionari ai dirigenti delle grandi banche e lauti dividendi agli azionisti?
Forse è proprio questa la tanto magnificata efficienza dei mercati finanziari e l’insegnamento di trent’anni di neoliberismo. L’unico giudizio che conta è quello del mercato, l’unica regola è la massimizzazione del profitto. Per il resto la finanza è semplicemente al di sopra e al di fuori della legge e della società. Solo così possiamo capire il comportamento di molte delle più grandi banche del mondo. Nessuna controllo, nessun vincolo, né normativo né tantomeno morale, e che vinca il più aggressivo, spregiudicato e privo di scrupoli, nel nuovo mondo che la grande finanza ha costruito per tutti noi.