Gli Usa a capofitto in una speculazione con troppi miliardi investiti per risultati ancora oscuri. Persino Sam Altman (Open Ai) dice: «Qualcuno perderà fenomenali quantità di denaro». Da il manifesto
Nel dibattito sulle prospettive dell’intelligenza artificiale come tecnologia rivoluzionaria e locomotiva economica, le dichiarazioni di Sam Altman sono piovute come una doccia fredda. Sulla carta Altman, amministratore di Open Ai, avrebbe ogni interesse a promuovere l’ottimismo; invece, in un recente incontro con la stampa ha detto: «Siamo in una fase in cui gli investitori sono potenzialmente sovraeccitati riguardo la Ai? Io credo di sì». Il Ceo della società valutata 500 miliardi di dollari (record per una azienda non tecnicamente quotata in borsa), ha aggiunto, «quando si formano le bolle (speculative, ndr) anche gente intelligente si fa trascinare dall’entusiasmo attorno ad un nocciolo di verità. È avvenuto nella prima bolla internet. Quella tecnologia era effettivamente trasformativa (ma) la gente si è fatta entusiasmare». L’analogia di Altman con il crac delle dot.com che agli inizi del 2000 vide il mercato tech bruciare 5.000 miliardi, rischia secondo molti analisti di essere fin troppo eufemistica, vista la frenesia di investimenti in un settore, la Ai, ancora pieno di incognite.