Le scelte del governo Meloni penalizzano il sistema dell’istruzione pubblica, settore strategico per lo sviluppo futuro del Paese. L’unica novità è l’aumento degli stanziamenti per le paritarie. Ecco le proposte alternative inserite nella contro-manovra di Sbilanciamoci!.
Analizzare la manovra del governo più a destra della storia repubblicana dal punto di vista delle scelte sulla scuola, l’università e l’istruzione è molto istruttivo (scusate il gioco di parole). Dalle decisioni dei partiti che compongono l’attuale maggioranza emerge infatti una “filosofia” della cultura e dell’insegnamento che rischia di riportare indietro le lancette della storia e soprattutto di dare un colpo pesante al diritto allo studio per tutti. Costruiremo questo articolo su due piani. Il primo sarà dedicato alle proposte su scuola e università della Campagna Sbilanciamoci!, che anche quest’anno ha dedicato vari articoli della sua Controfinanziaria al tema dell’istruzione e della formazione. Il secondo piano sarà invece un riepilogo veloce delle proposte inserite nella manovra del governo Meloni, con le critiche delle organizzazioni studentesche. Ma cominciamo con un esempio che ci introduce bene all’argomento.
La grande sforbiciata
Una norma nascosta nella manovra economica 2023 porterà nel corso dei prossimi dieci anni alla riduzione delle scuole italiane da 8.136 a 6.885. Il taglio sarà ottenuto accorpando decine di istituti e non rinnovando i dirigenti scolastici. I pochi che resteranno rischieranno così di trovarsi con sempre più lavoro e responsabilità. La denuncia arriva dai sindacati della scuola, che contestano la scelta motivata dalla stima secondo cui a causa del crollo nel tasso di natalità tra dieci anni ci saranno circa un milione e mezzo di studenti in meno. La scelta è comunque molto grave e preoccupante perché da una parte si prevedono accorpamenti di istituti con una velocità superiore alla diminuzione degli alunni, dall’altra si prendono decisioni oggi per un fenomeno che potrebbe avere anche caratteristiche diversa. Da questo esempio si può dedurre tutta la logica politica che è alla base della manovra del governo di destra. La manovra per il 2023 stabilisce che la dimensione massima delle scuole passerà dagli attuali 600 alunni a un minimo di 900 e un massimo di mille. “È una vera mazzata sulla scuola”, ha commentato Francesco Sinopoli, segretario della Flc-Cgil.
Le proposte di Sbilanciamoci!
Livelli essenziali. Al fine di garantire un accesso all’istruzione in forma realmente gratuita e un ampliamento del welfare studentesco si propone di introdurre una legge nazionale che individui i Livelli Essenziali delle Prestazioni, finanziando con 1 miliardo di euro il diritto allo studio affinché si conduca un programma di abbattimento delle disuguaglianze che renda l’istruzione realmente gratuita, garantendo libri e materiale per lo studio, trasporti, accesso alla cultura e ai collegi, device e connettività dall’inizio alla conclusione del ciclo formativo, in modo da favorire il processo di digitalizzazione e l’abbattimento del digital divide.
Ristrutturazione delle scuole. Con l’obiettivo di risanare strutturalmente gli edifici scolastici, che possano così garantire anche un miglioramento delle prestazioni energetiche e assicurarne la messa in sicurezza, l’agibilità statica e igienico-sanitaria, l’abbattimento delle barriere architettoniche e la prevenzione di incendi e calamità, e di favorire la creazione di auditorium, palestre adeguate, spazi assembleari sicuri per gli studenti, librerie, strumentazione multimediale, aule studio e laboratori, è previsto uno stanziamento di complessivi 8 miliardi di euro nel quinquennio 2022- 2026, con uno stanziamento iniziale di 1 miliardo nel 2022.
Autonomia scolastica. Per potenziare e aumentare i fondi destinati ai progetti studenteschi e l’autonomia scolastica, si stanziano 300 milioni di euro in ottica di rifinanziamento della legge 440/97, per ripristinare almeno le dotazioni del 2001. Contestualmente si prevedono 10 milioni di euro per il Dpr 567/96 per promuovere progetti e attività studentesche sul territorio, con particolare attenzione ai finanziamenti per le Consulte provinciali degli studenti, così da restituire loro una valenza istituzionale di rappresentanza studentesca e raccordo con le istituzioni. A tal proposito è sancita l’eliminazione della voce di 4 milioni relativa all’educazione ambientale, dirottando queste risorse sul capitolo dell’autonomia.
Basta falsa alternanza scuola-lavoro. Al fine di impedire che i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto, ex alternanza scuola-lavoro) che le studentesse e gli studenti devono affrontare si rivelino assolutamente privi di valore formativo e al fine di evitare che, nel peggiore dei casi, si trasformino in vere e proprie forme di sfruttamento, si propone che all’interno della Legge di Bilancio 2023 vengano stanziati più fondi – assicurando una posta minima pari a 70 milioni di euro – per la formazione specifica delle figure dei Tutor e per iniziare un ripensamento totale dei Pcto verso l’istruzione integrata. Quest’ultima è una formula didattica innovativa capace di unire sapere e saper fare abbattendo ogni forma di manovalanza gratuita a favore di aziende ed enti privati e ampliando le forme laboratoriali all’interno delle scuole.
No al progetto Scuole sicure. Sbilanciamoci! chiede il blocco del “progetto Scuole Sicure” e la destinazione dei fondi ad esso assegnati sia a progetti considerati più utili ai fini della prevenzione, sia a progetti sui temi della legalità e dell’antimafia. Al fine di garantire il libero accesso per tutte e tutti al patrimonio artistico e cultuale dei nostri musei, nell’ottica di avvicinare quante più persone alla cultura, vengono previsti 242 miliardi di euro per la gratuità dell’ingresso alle istituzioni museali. Sempre nell’ottica di migliorare la qualità degli edifici museali e culturali all’interno del nostro paese, che spesso soffrono di anni di noncuranza e mancanza di fondi, viene previsto un fondo straordinario di 100 milioni di euro, per dotare anche i nostri musei e aree archeologiche di antifurto, impianti antincendio e tutte quelle opere per meglio tutelare la salute degli operatori della cultura. Per rispondere alle gravi carenze di personale che le istituzioni culturali vivono nel nostro Paese vengono stanziati 50 milioni di euro per l’internalizzazione delle lavoratrici e i lavoratori della cultura, per dare più tutele e più diritti a questi lavoratori (50mln), mentre con la restante parte dei soldi si prevede un piano di assunzioni straordinario da distribuire nel prossimo triennio. Dato il depotenziamento subìto nel corso degli anni dalla misura nota come “18App” e convenendo che non rappresenta un modo di accesso alla cultura per i giovani quanto piuttosto una misura sporadica e insufficiente, si decide di abolire questa misura, per un risparmio complessivo di oltre 160 milioni di euro, da dirottare alla promozione dello spettacolo dal vivo, un settore che ancora fatica a riprendersi dopo la pandemia Covid-19.
Le risorse per le Università. Al fine di garantire un adeguato finanziamento del sistema universitario statale italiano, il quale possa garantire il raggiungimento della totale gratuità degli studi per tutte le studentesse e gli studenti è stanziato per l’anno 2023 un importo aggiuntivo pari a 1,6 miliardi di euro ad integrazione del Fondo di Finanziamento Ordinario per le Università. Al fine di incrementare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e la riqualificazione di stabili da adibire a edifici universitari è incrementato di 1.500 milioni di euro il fondo per l’edilizia universitaria e le grandi attrezzature.
Residenze universitarie. Con l’obiettivo di incrementare il numero di posti letto presso le residenze universitarie, giungendo alla totale copertura del fabbisogno, sono stanziati ulteriori 600 milioni di euro per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e la riqualificazione di stabili da adibire a residenze universitarie a norma della L. 338/2000.
Affitti calmierati per i fuorisede. Con lo scopo di combattere il forte incremento del costo degli affitti per i fuorisede è istituito apposito fondo di sostegno di importo pari a 100 milioni di euro. Parallelamente è rimossa qualsiasi agevolazione fiscale per tutti coloro i quali possiedano un immobile sfitto in una città ad alta densità abitativa con lo scopo di incrementare l’offerta di camere doppie e singole a disposizione dei fuorisede.
Servizi senza barrierei. Al fine di garantire un pieno e totale accesso agli studi, che possa garantire a tutta la componente studentesca una scelta pienamente libera in merito al proprio percorso di studi, sono stanziati 700 milioni di euro per l’abbattimento di qualsiasi numero programmato locale e nazionale e l’incremento dei servizi annessi ai presenti corsi di laurea.
Finanziare il trasporto. Al fine di garantire la piena attuazione del livello essenziale delle prestazioni in materia di trasporto, di cui al D.Lgs 68/2012, sono stanziati ulteriori 500 milioni di di euro per interventi a sostegno dell’acquisto di abbonamenti per il trasporto extraurbano su gomma e su ferro, verso la progressività gratuità del trasporto pubblico per gli studenti, con particolare attenzione in materia di sostenibilità ambientale.
Il sostegno psicologico. Per un pieno accesso al servizio di ascolto psicologico per tutta la componente studentesca universitaria in grado di intervenire a seguito dei forti disagi causati dalla pandemia e dal percorso di studi ovvero per qualsiasi altra ragione o motivazione personale è stanziata per l’anno 2023 una cifra pari a 225 milioni di euro.
Costi calmierati nelle mense. Con la finalità di calmierare i forti aumenti dei costi relativi al servizio ristorazione presente all’intero di mense universitarie e locali appositamente convenzionati, fronteggiando l’alta inflazione di cui è vittima il settore delle materie prime in generale, garantendo l’attuazione dell’apposito Livello Essenziale delle Prestazioni di cui all’articolo 7 del D.Lgs 68/2012, è previsto lo stanziamento di ulteriori 750 milioni di euro.
Ricerca. Il Fondo per il finanziamento ordinario delle università è incrementato di 583 milioni di euro per l’anno 2023 e di 485 milioni di euro per l’anno 2024.
I cahiers de doleances degli studenti
Tutte le associazioni studentesche hanno espresso giudizi molto critici sulle misure sulla scuola contenute nella manovra 2023. In recenti incontri con i partiti dell’opposizione gli studenti hanno parlato di “scuola come grande assente della manovra”, e di risorse destinate al settore troppo al di sotto delle esigenze reali. Per gli studenti i 250 milioni per l’aumento FIS equivalgono a briciole, mentre per il diritto allo studio, le mense e le abitazioni mancano all’appello almeno 7,7 miliardi. Per quanto riguarda il rapporto tra la scuola pubblica e quella privata, le associazioni studentesche stigmatizzano la scelta politica di insistere sul finanziamento alle scuole paritarie, mentre le scuole pubbliche sono abbandonate ad un evidente degrado.
Capitolo molto sensibile quello dei costi a carico di ogni studente. Solo per il trasporto pubblico locale e il costo del materiale scolastico, si calcolano 1.200 euro a studente, mentre per quanto riguarda l’edilizia scolastica la situazione diventa ogni anno più preoccupante. Secondo una stima di Cittadinanzattiva, si registra in media un crollo ogni tre giorni.
Per tutto questo è evidente che non sono sufficienti le risorse del Pnrr e dei Fondi regionali. Neppure per coprire le nuove difficoltà sulle Borse di studio.
Le “briciole” della manovra
Per la manovra economica del 2023 sono stati stanziati complessivamente 35 miliardi che saranno principalmente impiegati contro il carobollette. Per quanto riguarda la scuola l’investimento si ferma invece sui 500 milioni, in linea con i governi precedenti. 70 milioni di euro in più andranno alle scuole paritarie, ovvero la somma che era stata congelata dal governo Draghi. In questo modo i finanziamenti per le scuole private di fatto raddoppiano rispetto a dieci anni fa. L’aiuto arriva per compensare il calo degli iscritti avvenuto durante i due anni di pandemia. Nel complesso sono mille gli istituti paritari che hanno chiuso i battenti negli ultimi cinque anni.
La restante parte dei 500 milioni si divide tra l’edilizia, il reclutamento del personale e annesso pagamento dei supplenti, il contrasto al cyberbullismo e il trasporto dei disabili, per il quale sono stanziati 24 milioni di euro.