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Il nostro razzismo quotidiano

Sarà presentato sabato a Roma, nell’ambito del Salone dell’editoria sociale, il Secondo libro bianco sul razzismo in Italia, a cura di Lunaria. Pubblichiamo qui l’introduzione

Introduzione a Cronache di ordinario razzismo (Secondo libro bianco sul razzismo in Italia, a cura di Lunaria, Edizioni dell’Asino, 2011)

La crisi economica globale sta avendo effetti sociali devastanti, crescono le disuguaglianze economiche e sociali tra gli stati e all’interno degli stati. I diritti subiscono sempre più il ricatto delle compatibilità economiche, lo sgretolamento dei sistemi di welfare lascia ampie fasce di popolazione prive di prestazioni e servizi sociali essenziali e la politica non è in grado di fornire risposte adeguate. In un contesto come questo, occuparsi di razzismo può apparire ad alcuni secondario.

Le ragioni per non cedere alla tentazione di derubricare le cronache di ordinario razzismo come fatti di secondo piano o, tutt’al più, come atti e comportamenti riconducibili agli squilibri che la crisi del sistema neoliberista provoca all’interno degli stati nazionali, sono invece molte. Proprio la crisi in corso, che esplicita fino in fondo l’interdipendenza globale, dovrebbe indurre a riflettere con attenzione sull’impossibilità di combattere le diseguaglianze restando ancorati a una concezione nazionale dei diritti e della cittadinanza.

Le politiche che vengono riservate ai migranti, ai soggiornanti stranieri non comunitari e ai rom si muovono invece nella direzione opposta. Il razzismo istituzionale, che ha trovato negli anni 2008-2009 la sua formulazione più esplicita nel cosiddetto pacchetto sicurezza, nel biennio successivo ha attraversato sempre più spesso le scelte degli amministratori locali che alle ordinanze creative in materia di ordine pubblico e sicurezza hanno accompagnato provvedimenti finalizzati a restringere i diritti sociali dei cittadini stranieri. Si tratta di scelte insidiose che possono molto facilmente legittimare in futuro trattamenti differenziati anche tra i cittadini autoctoni.

Le violazioni dei diritti umani fondamentali nei Centri di identificazione ed espulsione, il trattamento riservato ai migranti tunisini nelle navi prigione allestite per “liberare” Lampedusa, il divieto di accesso alla stampa e alle associazioni non accreditate ai Cie e ai Cara, dovrebbero dirci molto sulla regressione pericolosa che sta subendo la garanzia dei diritti civili.

Lo sfruttamento sul lavoro che vivono molti migranti attivi nelle nostre campagne, nell’edilizia ma anche nel settore dell’assistenza domestica e familiare, solo apparentemente più protetto, ci parla di un’area molto più vasta dell’economia del nostro paese caratterizzata dall’informalità e dal lavoro nero. La facilità con la quale un conflitto verbale tra un cittadino autoctono e un cittadino straniero può trasformarsi in una tragedia racconta un sistema di relazioni sociali frantumato, parcellizzato e ripiegato meschinamente sull’interesse particolare.

Di questo e di molto altro parliamo in queste pagine con la consapevolezza che le disuguaglianze subite dai migranti e dai rom sono parte di un processo di erosione dei diritti (ma soprattutto di una cultura dei diritti) che ci coinvolge tutti.

Tra il 15 luglio 2009 e il 31 agosto 2011 abbiamo analizzato 861 casi di razzismo monitorati sulla stampa e sul web; ne riportiamo una selezione, inevitabilmente parziale, nell’inventario che chiude il volume. Si tratta di violenze verbali e fisiche, di danni a cose e di discriminazioni perpetrati da singoli, gruppi, rappresentanti politici o istituzionali. Sulla base di questo primo lavoro di raccolta e di analisi, abbiamo individuato alcuni casi che ci sono sembrati esemplari per le modalità con le quali sono stati raccontati dagli operatori dei media o per la gravità degli atti compiuti.

L’omicidio di Sanaa Dafani, la giovane 23enne di origine marocchina uccisa dal padre nel settembre 2009; la ribellione di Rosarno del 7 gennaio 2010, segnata dagli articoli, dalle foto e dalle immagini che ne hanno consegnato alla memoria collettiva il carattere violento; la vicenda di Adro dell’aprile 2010, dove il Comune ha deciso di adottare “la linea della fermezza” nei confronti delle famiglie non adempienti con il pagamento della mensa scolastica; l’omicidio di Maricica Hahaianu, 33enne rumena uccisa a seguito di un litigio nella stazione della metro Anagnina di Roma l’8 ottobre 2010; l’omicidio di Petre Ciurar, ventenne rom rumeno ucciso a colpi di pistola e fucile a Barcellona Pozzo di Gotto nel dicembre 2010 e il diario disumano delle morti nel Mediterraneo avvenute tra il febbraio e l’agosto 2011 offrono la possibilità di ricostruire le strategie e le pratiche comunicative che tendono a proporre rappresentazioni semplicistiche e/o stigmatizzanti dei migranti e delle minoranze.

La morte di Yussuf Errahali, 37enne marocchino molestato e lasciato morire al freddo nella fontana di una piazza di Napoli il 12 gennaio 2010; il suicidio di Nourredine Adnane, giovane venditore ambulante marocchino residente a Palermo che si è dato fuoco dopo l’ennesimo controllo subito dai vigili l’11 febbraio 2011; gli sgomberi dei campi rom effettuati a Roma nell’aprile 2011; la propaganda razzista che ha attraversato la campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco a Milano e la morte di Abderrahaman Salhi, morto in circostanze poco chiare a Borgo di Frassine, nel padovano, nel maggio dello stesso anno; l’omicidio di Imad El Kaalouli, 19enne marocchino ucciso dal suo ex datore di lavoro il 28 giugno 2011 a Desenzano del Garda, costituiscono invece alcuni dei fatti più gravi avvenuti negli ultimi due anni, in buona parte trascurati dall’attenzione dei grandi media.

Il racconto del razzismo quotidiano è accompagnato da alcuni contributi che tentano di ricostruirne il contesto politico e culturale a partire dall’esame delle principali tendenze che hanno caratterizzato il dibattito pubblico e le scelte istituzionali sulle migrazioni negli ultimi due anni, l’evoluzione della normativa e della giurisprudenza in materia. L’impatto della crisi sul lavoro straniero, le politiche discriminatorie nell’ambito del welfare, l’irresponsabile gestione degli arrivi dei migranti provenienti dalla Tunisia e dalla Libia, le vergognose politiche degli sgomberi dei campi rom, l’utilizzo del test di conoscenza della lingua italiana come ulteriore barriera all’inclusione sociale sono stati oggetto di propaganda, ma anche di scelte politiche ingiuste, escludenti e vessatorie che incidono sulla vita di milioni di persone.

In questi due anni registriamo però anche alcuni segnali positivi. La giurisprudenza contro le discriminazioni indica che il razzismo istituzionale può essere contrastato con la tutela giuridica delle vittime. La chiusura, dopo tre anni, del processo di primo grado sul caso di Emmanuel Bonsu, il 22enne ghanese che il 29 settembre 2008 fu insultato, sequestrato e picchiato da un gruppo di otto vigili urbani, ha portato alla condanna degli imputati di una delle violenze razziste più gravi che siano state denunciate nel nostro paese; per sette imputati il giudice ha riconosciuto l’aggravante di razzismo. La promozione di una campagna su due leggi di iniziativa popolare per la riforma della legge sulla cittadinanza e per il riconoscimento del diritto di voto amministrativo ai cittadini stranieri non comunitari vede oggi un numero più ampio di promotori e sostenitori rispetto a quelli che promossero una campagna analoga nella seconda metà degli anni ’90. Segnali, che speriamo annuncino più forti cambiamenti per il futuro.

Cronache di ordinario razzismo (Secondo libro bianco sul razzismo in Italia, a cura di Lunaria, Edizioni dell’Asino, 2011) sarà presentato a Roma, sabato 29 ottobre, ore 16,15-18,00, nell’ambito del Salone dell’editoria sociale, c/o Porta futuro, via Galvani 106

Alla presentazione partecipano: Paola Andrisani Lunaria, Franca Di Lecce FCEI, Giuseppe Faso autore di Lessico del razzismo democratico, Grazia Naletto presidente di Lunaria, Roberto Natale presidente FNSI, Maria Silvia Olivieri Servizio centrale SPRAR. Modera Rachele Gonnelli giornalista de L’Unità.

Cronache di ordinario razzismo è il frutto del lavoro collettivo di Paola Andrisani, Sergio Bontempelli, Andrea Callaioli, Serena Chiodo, Giuseppe Faso, Filippo Miraglia, Grazia Naletto, Maria Silvia Olivieri, Alan Pona, Enrico Pugliese, Annamaria Rivera, Ilaria Traina ed è realizzato grazie alla collaborazione con la Fondazione Charlemagne e con la Tavola Valdese.

Info: Lunaria: Tel. 06.8841880 antirazzismo@lunaria.org – www.lunaria.org