I debiti contratti dagli Stati per l’emergenza Covid devono essere abbonati e convertiti in investimenti nella transizione ecologica e nelle società. Gallegati: «Come per la Germania nel 1953. Per il Green New Deal ci vogliono molti più soldi di quelli stanziati. La Bce può stampare moneta». Da il manifesto.
La Banca Centrale Europea (Bce) cancelli il debito pubblico generato dagli Stati europei nella lotta al Covid, e da essa acquistato, e lo investa nella ricostruzione ecologica e sociale. È la proposta fatta da un appello di cento economisti europei, tra cui Thomas Piketty e in Italia tra gli altri da Leonardo Becchetti, Riccardo Realfonzo e Piergiorgio Ardeni. A Mauro Gallegati, docente di macroeconomia all’Università Politecnica delle Marche, abbiamo chiesto le ragioni di una proposta che può cambiare il governo della crisi e l’Europa.
«La Bce – spiega Gallegati – ha in bilancio ben 2.500 miliardi di euro in titoli di questo tipo. Se in futuro si decidesse di rimborsare una simile somma, dovremmo prenderla in prestito da altrove, in modo tale da ripagare il debito con la banca. Il problema è che sono i cittadini europei a possedere questo debito. Sono loro che devono a se stessi, il 25% del debito fin’ora accumulato. Sarebbe come pagarlo due volte. Visto che ora questi titoli valgono zero, si cancelli il debito e lo si restituisca agli stati, a condizioni che lo investino integralmente nella conversione ecologica dell’economia fossile e nella ricostruzione delle nostre società. Sarebbero risorse aggiuntive rispetto a quelle già stanziate, più di quanto chiesto dal Parlamento europeo. Siamo in tempi eccezionali e vanno prese decisioni eccezionali. È stato già fatto in Europa nel 1953 quando il debito contratto dalla Germania durante la Seconda guerra mondiale è stato abbuonato per due terzi. Ed è stato ripetuto per molti paesi più poveri e non è accaduto nulla».
Quando il presidente del parlamento Ue Sassoli ha avanzato una proposta simile la presidente della Bce Lagarde l’ha bocciata sostenendo che la cancellazione del debito non è permessa dall’articolo 103 del trattato Ue. Come spiega questa obiezione?
I giuristi e gli economisti francesi che hanno lanciato l’appello sostengono che è possibile che la Bce possa farlo, e anch’io ne sono convinto. Nei trattati europei l’annullamento del debito non è esplicitamente proibito. Del resto non mi pare che la politica monetaria per la quale Mario Draghi è diventato celebre, il «Quantitative easing» (Qe), sia previsto. Eppure è ben accetto, mi sembra. Le obiezioni di Lagarde sono di altra natura. È evidente che per procedere nella direzione dell’annullamento è necessaria una volontà politica.
Lagarde sostiene che è sufficiente garantire «condizioni finanziarie favorevoli». Ma è davvero sufficiente?
No, Lagarde ha in mente la stabilità finanziaria, ma guarda all’economia europea solo attraverso il prodotto interno lordo e non invece anche alla disoccupazione.