Lo sguardo globale è quello che caratterizza Milanovic nel panorama degli studi sulla diseguaglianza anche nel suo Capitalism, alone, uscito nel 2019 e adesso pubblicato in Italia con il titolo Capitalismo contro capitalismo. La tesi di fondo è che nel mondo ora c’è solo il capitalismo: che non è più il sistema dominante, o vincente, […]
Leggere di economia mentre tutto sta cambiando (anche) nell’economia non è facile. Libri e saggi che cominciano a trarre bilanci sulla nuova fase – il grande ritorno degli Stati, la crescita del debito pubblico in tutto il mondo, i nuovi equilibri commerciali e geo-economici – sono forse prematuri, si ha l’impressione di tecnici che lavorano ad aggiustare un aereo mentre vola (per citare una frase sentita di questi tempi). Libri scritti prima del grande choc che, tra le tante cose, potrebbe portare un salto di paradigma nella scienza economica – come scriveva qualche mese fa l’Economist, in un articolo intitolato “ricominciare da capo” – potrebbero apparire superati. Così non è però per quei lavori che ci danno gli strumenti per aggiustare l’aereo mentre vola, a partire dall’individuazione dei guasti. E in particolare per quegli economisti che hanno uno sguardo globale, che attraversa le parti del mondo e non ignora le altre discipline. È il caso del libro di Branko Milanovic Capitalism, alone, uscito nel 2019 e adesso pubblicato in Italia con il titolo Capitalismo contro capitalismo. Il titolo inglese (non ce ne voglia l’editore Laterza che lo ha meritatamente tradotto) è più chiaro e significativo. La tesi di fondo è che nel mondo ora c’è solo il capitalismo: che non è più il sistema dominante, o vincente, ma l’unico modello di produzione esistente.