Cessate il fuoco. Fine dei “doppi standard”. Nazioni Unite di nuovo in grado di arbitrare e ricostruire la giustizia. Difesa dell’ Articolo 11 della Costituzione. Stop alle spese per armi. La coalizione “Fermiamo le guerre” si dà appuntamento in piazza nella Giornata internazionale dei Diritti Umani.
Vogliamo “dare continuità alla giornata di mobilitazione nazionale del 26 ottobre scorso” che ha visto l’adesione di oltre 400 realtà associative sparse nel territorio nazionale e la partecipazione di 80mila persone nelle sette manifestazioni di Bari, Cagliari, Palermo, Roma, Firenze, Milano, Torino. E’ questo l’obiettivo di base delle Reti che hanno promosso la mobilitazione “Fermiamo le guerre, il tempo della Pace è ora” per il nuovo appuntamento di mobilitazione previsto per il 10 dicembre 2024, Giornata internazionale per i Diritti Umani.
Cessate il fuoco. Aiuti. Diritto internazionale. Fine dei “doppi standard”. E Nazioni Unite di nuovo in grado di arbitrare e ricostruire la giustizia, indispensabile per la sicurezza. Sono questi i temi forti di un rinnovato «appello per mobilitare il Paese a difesa dell’Articolo 11 della nostra Costituzione contro la politica, la cultura, l’economia di guerra. Scelte che invece sia il governo italiano che l’Unione Europea (ed altri Stati membri) hanno intrapreso e stanno imponendo, facendoci scivolare progressivamente verso il baratro di una guerra globale» dichiarano gli organizzatori.
Con la giornata di mobilitazione del prossimo 10 Dicembre «vogliamo rendere evidente l’alternativa di Pace che tante persone invece chiedono: contro la loro complicità, inazione e ignavia nei confronti dei conflitti, dei massacri, degli stermini, dei genocidi, delle violazioni del diritto internazionale e umanitario».
È chiaro che i conflitti hanno una saldatura tra di loro, che la guerra è ormai un’opzione possibile per la politica che pensa in questo modo di risolvere i conflitti e imporre nuove egemonie. «Il tempo della pace è ora. Non possiamo più rinviare, non siamo più disponibili ad accettare violazioni eclatanti del diritto internazionale che fanno aumentare ogni giorni il pericolo di un confronto armato generalizzato, anche nucleare», è il richiamo alla società civile e alle istituzioni.
Uno dei punti centrali di questo impegno è la richiesta della riduzione delle spese militari, in particolare quelle previste per l’acquisizione di nuovi sistemi d’arma, ormai arrivate a livelli record in accettabili, in quanto sottraggono risorse ad investimenti più utili per la vita e la sicurezza di tutti. Tutte le nostre organizzazioni si impegnano dunque a sostenere la campagna “Ferma il riarmo”, che proprio il 10 dicembre si attiverà per un’iniziativa diretta nei confronti del Parlamento che sta per votare una Legge di Bilancio con una spesa militare complessiva per il 2025 di 32 miliardi di euro (ben 13 miliardi per nuove armi)
La richiesta a cittadini, reti territoriali, organizzazioni è il sostegno per la Seconda Giornata di Mobilitazione Nazionale per la Pace del 10 dicembre 2024 e quella di promuovere Consigli Comunali Aperti, presidi flash mob, sit-in, volantinaggi, raccolta firme o altre iniziative per chiedere il cessate il fuoco, la protezione delle vite umane, il rispetto del diritto internazionale, il taglio della spesa militare e l’adesione all’Appello di “Fermiamo le guerre”. Un programma che si può realizzare organizzando assemblee cittadine nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei circoli, nelle parrocchie e chiedendo ai Consigli Comunali di votare Mozioni specifiche – già predisposte – per il cessate il fuoco in Ucraina in Palestina e in tutte le guerre attive nel mondo, per il taglio alle spese militari, per la messa al bando delle armi nucleari; per il riconoscimento dello stato di Palestina; per il rispetto e l’applicazione del diritto internazionale e umanitario.