L’economista: «Segnali negativi da industria e credito, dobbiamo evitare altre strette. Per Roma nuovo Patto di Stabilità decisivo, ma il governo va in Europa senza proposte». Da La Stampa.
«La Bce a settembre deve fermarsi: non c’è motivo per continuare ad aumentare i tassi di interesse, a meno di non avere sorprese dai prossimi dati». Lucrezia Reichlin, economista docente alla London Business School, è sicura di quello che sarebbe giusto che accadesse dopo la pausa estiva: glielo suggeriscono i numeri. La conoscenza delle dinamiche interne al board di Francoforte però non le dà certezze su quello che succederà davvero: «Penso che le probabilità di una interruzione dei rialzi siano al 50%, bisognerà aspettare i dati sull’inflazione dei prossimi due mesi».
Professoressa, perché è ora di fermarsi?
«Lo dicono le analisi dei dati, la situazione dell’eurozona è molto diversa dagli Stati Uniti. La disoccupazione è bassa, ma le ore lavorate sono ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia e con settori ancora in difficoltà. C’è una leggera ripresa dei salari, anche in Italia, ma il loro recupero è ancora poco significativo, siamo lontanissimi da scenari di spirale salari-inflazione come negli anni Settanta. In più abbiamo dati del manifatturiero molto deboli e segnali negativi dal credito, tra prestiti e mutui».