I due autori, fin da marzo 2020, con articoli su riviste, interventi sui media e interviste, sono impegnati a promuovere la progettazione di un sistema informativo multi-fonte su Covid-19, a sostegno della comprensione e delle decisioni. Da Eticaeconomia.
Bastano i dati che vengono forniti ogni giorno attraverso i media per far capire come l’epidemia sta evolvendo? La prima considerazione da fare è che la valutazione non può essere fatta giorno per giorno; ma anche se si facesse per settimana i dati non ci aiuterebbero a trovare risposte soddisfacenti.
Il numero dei contagi accertati è collegato al numero di tamponi ed è influenzato dal mix dei motivi per i quali essi vengono eseguiti: presenza di sintomi; contact-tracing e screening; in qualche caso – non pochi – il motivo non viene registrato (il 15% nell’ultima decade). Purtroppo, non si ha l’informazione sul numero di tamponi rispettivamente eseguiti, cosicché non è possibile calcolare i tassi di positività specifici, verosimilmente differenti fra loro. I test sui contatti dei casi positivi e per screening consentono di far emergere una quota di asintomatici e pauci-sintomatici.
Una valutazione dell’evoluzione dell’intensità del contagio non può dunque basarsi sul numero di nuovi positivi, ma neppure sul tasso di positività (positivi/tamponi) che risente, inoltre, della presenza fra i positivi dei casi di re-testing e anche di quelli emersi da screening. Ambedue andrebbero scorporati sia dal numeratore (test positivi) sia dal denominatore (test eseguiti). Questo consentirebbe una valutazione più veritiera dell’evoluzione del contagio. In ogni caso, il numero di asintomatici e pauci-sintomatici rimane sottovalutato nel numeratore.