Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Recovery Plan, arriva nella notte. Abbiamo 222 miliardi di euro che attengono precisamente ai fondi Next generation Eu, in totale 310 miliardi che computano anche le risorse legate alla riprogrammazione dei fondi strutturali (20 miliardi) e quelle in legge di bilancio.
Autori Sezioni: Roberto Romano
Le debolezze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Grazie ai fondi Next Generation EU l’Italia potrà impiegare oltre 200 miliardi fino al 2026 per uscire dalla crisi e avviare una rotta di crescita sostenibile. Ma dalle linee strategiche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza emergono incoerenze che rischiano di compromettere questa storica occasione.
A proposito della Nadef
La Nadef licenziata dal governo all’inizio di ottobre illustra quanto accaduto durante il 2020 in termini di caduta del Pil, di occupazione e finanza pubblica, così come i provvedimenti addottati per attutire la caduta del reddito: 100 miliardi di euro.
Recuperare la missione dell’intervento pubblico
L’Italia che vogliamo/Il progressivo abbandono della progettazione di politica economica ha ridotto l’intervento dello Stato in economia a incentivi fiscali a pioggia. Ora, nella fase 2, si deve cambiare paradigma a cominciare da una banca pubblica d’investimento con la Cdp.
Le risposte europee alla pandemia
La Commissione Europea rivendica quasi 3mila miliardi per gli Stati membri di fronte alla crisi, il Governo italiano un piano d’azione nazionale da 750 miliardi. Al di là delle cifre (ballerine), si sbaglia dal principio: trattare la crisi come congiunturale e rifiutare l’intervento pubblico diretto nell’economia.
Green New Deal: dinamica, occupazione e ambiente
Le nuove tecniche di produzione sono cruciali per il cambio verso un nuovo paradigma tecno-economico green. L’innovazione e la ricerca hanno un ruolo fondamentale nel determinare uno sviluppo realmente sostenibile.
Il coraggio e la speranza del Def
La crescita del deficit per il 2020 passa dall’1,4% tendenziale al 2,2% programmatico, e pone non pochi problemi politici con la Commissione europea. Ma basterebbe che Bruxelles valutasse con un modello meno deflazionistico il Pil potenziale (output gap) – come l’Ocse – per ridare fiato all’Italia.
Un modello di analisi della Green economy
In attesa di capire come si articolerà il Green New Deal promesso sia da Gentiloni, sia da Gualtieri, cerchiamo di capire cosa si cela sotto il paradigma “green” oltre a una nuova domanda di beni più “intelligenti” e meno inquinanti.
I nodi economici del governo
Se con la prossima manovra si vuole avviare il “cambiamento” a favore di crescita ed equità, ma gli spazi operativi sono limitati. E destinare 23,2 miliardi a reiterare il blocco dell’aumento dell’IVA, non è la priorità.
Fca-Renault: gli attori palesi e quelli occulti
La creazione di un gigante dell’auto avrebbe favorito un’Europa. Ma oltre ai ritardi tecnologici, all’inazione italiana ammantata di iperliberismo, al nazionalismo autodistruttivo francese, ci sono due attori occulti: Stati Uniti e Germania.