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Perché il Movimento Consumatori ha deciso di appoggiare la campagna ‘Col Pareggio ci perdi’

Per troppi anni le associazioni dei consumatori si sono limitate a commentare o criticare le scelte legislative ex post, solo dopo che erano state approvate.

mostaccioPer troppi anni le associazioni dei consumatori si sono limitate a commentare o criticare le scelte legislative ex post, solo dopo che erano state approvate. Questo ruolo di critica poteva aver senso fino a quando il ‘sistema’ funzionava ed il Governo e il Parlamento erano titolari e responsabili delle scelte e delle strategie politiche adottate. Oggi tutto è cambiato, a seguito dell’introduzione dell’obbligo di ‘pareggio in bilancio’ in Costituzione (nel 2012), il Governo è portato a confondersi con la ‘ragioneria generale dello Stato’, perdendo il proprio ruolo di guida e motore, per rassegnarsi a quello di chi deve sempre e comunque ‘far tornare i conti’ senza poter fare investimenti strategici o meno che siano. Di conseguenza, anche il ruolo del parlamento viene snaturato, divenendo mero ‘ratificatore’ delle scelte prese da un governo con pochi ‘margini di manovra’. Insomma le politiche di austerity europee, unite al disinteresse per il bene comune del governo Berlusconi e alla debolezza e assenza di una strategia alternativa da parte del Partito Democratico, hanno di fatto contribuito a stravolgere il ruolo e la funzione delle istituzioni democratiche.

In sostanza impedire ad un Stato di poter impostare delle linee di sviluppo strategiche (che ovviamente comportano nel breve periodo un aumento della spesa, ma possono nel medio periodo costituire l’ossatura ed il volano per lo sviluppo di interi settori economici) è miope e porta come unica conseguenza l’erosione di servizi pubblici e il progressivo smantellamento del modello di welfare di cui l’Italia si è dotata a partire dall’approvazione della nostra carta costituzionale. Possibile che un Governo non detenga di fatto la possibilità di elaborare una strategia poliennale, ad esempio in merito alla diffusione della banda ultra larga, o un piano straordinario di rilancio turistico dei beni culturali italiani o l’approvazione di una riforma agraria che posizioni al top le produzioni italiane?

Anche perché l’altro inevitabile corollario di questa impostazione è che nel decennio presente i comuni e le regioni sono stati le prime vittime a ‘cascata’ di questa politica da ‘ragionieri’, essendo di fatto costretti, tra la mancanza di risorse ed i limiti rigorosi del patto di stabilità interno con lo Stato, a dismettere/privatizzare di gran carriera i propri servizi per fare posto a società private sempre più grandi, che, a differenza delle vecchie municipalizzate, sono in grado di sviluppare politiche finanziarie e non solo industriali.

Risultato? Meno servizi pubblici (e in gran parte privatizzati), meno welfare, stravolgimento dello stato di diritto come costituzionalizzato dai padri costituenti. E senza alcuna speranza di poter invertire (prima o poi) la rotta se lo stato, con l’obbligo del pareggio di bilancio ha ormai abdicato alla libera autodeterminazione delle proprie politiche economiche, industriali e finanziarie.

Dopo queste riflessioni, appare forse più facile capire come mai un’associazione di consumatori ha deciso (unica nel panorama delle 19 maggiormente rappresentative) di appoggiare e contribuire al successo di una legge costituzionale di iniziativa popolare. L’attivismo civico, l’impegno, la militanza per l’interesse generale del paese convergono in una unica strada di ‘lotta’ per contribuire a ripristinare una piena sovranità dello Stato e il prevalere dello stato di diritto come strumento per tutelare i diritti fondamentali di tutti cittadini. Nell’attesa e nella speranza che almeno un partito politico si desti per divenire protagonista di questa funzione, all’insegna dell’amore per la gestione del res publica, nell’interesse di tutti i cittadini.

Al momento si tratta di raccogliere le firme per una legge costituzionale di proposta popolare che a prima firma di Stefano Rodotà intende difendere i diritti costituzionali dei cittadini ed ottenere che lo “Stato assicuri l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico” senza abdicare alle proprie prerogative.

Da qualche parte si deve ripartire.

 

a cura di Alessandro Mostaccio – segretario generale Movimento Consumatori