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Newsletter n.541 – 23 gennaio 2018

Il ruolo dello Stato al tempo dell’economia digitale

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Il ruolo dello Stato al tempo dell’economia digitale

Con le attuali trasformazioni tecnologiche – digitalizzazione, automazione, capitalismo delle ‘piattaforme’ – la funzione dello Stato cambia radicalmente: da regolatore del lavoro, l’intervento pubblico diventa il presupposto dell’esistenza stessa del lavoro. Socializzare la ricchezza prodotta è l’unica strada per stabilire un equilibrio tra produzione e consumo ed evitare catastrofi sociali infinitamente peggiori di quelle già in atto
Mario Dogliani


Chi mangia nel mondo le fette più grandi

Cento economisti, tra cui Thomas Piketty, hanno elaborato un rapporto sulle disuguaglianze: quanto sono forti, in quali paesi e gruppi di paesi. Medio Oriente, India e Brasile in vetta. L’Europa è ancora l’area meno diseguale, ma anche qui il trend è in aumento
Guglielmo Ragozzino

Gratuità dell’istruzione universitaria, perché sì

Una analisi a tutto tondo del perché la gratuità dell’istruzione universitaria è un buon principio. La gratuità degli studi universitari esiste in numerosi paesi europei ed è stata cavallo di battaglia di svariati movimenti studenteschi
Cecilia Navarra, Cristiano Lanzano, Marco Gozzelino


Perché la gratuità dell’istruzione è un giusto principio

La proposta di abolizione delle tasse universitarie, formulata dal Pietro Grasso, ha diversi meriti. Soprattutto quello diaver messo in discussione l’assioma per il quale l’istruzione serve esclusivamente ad accrescere l’occupabilità dei giovani e a rendere competitive le nostre imprese
Guglielmo Forges Davanzati


Franceschini, l’Attila della cultura

Un folto gruppo di intellettuali e ex soprintendenti ha diffuso un manifesto durissimo contro l’intera politica dei beni culturali. Una politica mirata solo alla “valorizzazione”, cioè a far soldi, che trascura del tutto la tutela
Carlo Clericetti


Una lettura delle recenti proteste in Iran

I moti di protesta che hanno recentemente coinvolto oltre 70 città iraniane non sono della stessa natura della rivolta studentesca del 1999 e del movimento verde del 2009. Sono il segno di un generale senso di frustrazione che ha raggiunto un picco tra i più disagiati
Arman Fadaei

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L’illusione dell’equilibrio

Se la crisi non ha veramente cambiato la cultura economica dominante né la politica economica (con l’eccezione del primo Obama), vi possono essere ragioni legate alla distribuzione del reddito e della ricchezza. La prefazione al nuovo libro di Roberto Romano e Stefano Lucarelli
Paolo Leon

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