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Autori Sezioni: Agenor

Le locomotive d’Europa

Il surplus tedesco è stato foraggiato negli anni dai consumatori portoghesi, irlandesi, greci e spagnoli. Mentre a livello globale l’eurozona è diventata più un peso che un fattore di crescita

L’incoerenza di Standard & Poor’s

Tra le ragioni che hanno indotto Standard & Poor’s ad abbassare, il 9 luglio, il rating dell’Italia c’è la mancanza di attuazione delle riforme strutturali. Ma se l’ampiezza dell’attuale recessione è dovuta alla mancanza di domanda, le politiche dal lato dell’offerta non sortiranno nessun effetto sull’economia nel breve termine

Austerity Italian Style

L’uscita dalla procedura di deficit eccessivo ha prodotto fin troppo facili entusiasmi. Ma la decisione della Commissione europea non sancisce per l’Italia l’ingresso nell’élite dei paesi virtuosi e, quel che è peggio, non segna la fine dell’austerity né apre margini per politiche fiscali espansive

Una crisi sistemica

Di fronte alla debolezza di un’Unione monetaria incompleta anche le politiche proposte dal fronte anti austerità francese, italiano e spagnolo rischiano di avere il fiato corto. Non serviranno a sanare gli squilibri esistenti e ad avvantaggiarsene sarà solo la Germania

Il vero obiettivo è privatizzare il pubblico

A che serve la crisi europea? Una risposta è che rende inevitabile la privatizzazione delle attività pubbliche, con grandi profitti per i privati. Come mostrano i casi di Spagna, Grecia e Portogallo

Modello Fed. La lezione americana

La Federal Reserve lega la sua politica monetaria espansiva alla riduzione della disoccupazione. È una rivoluzione, a confronto dell’impostazione da tempo démodé della Bce. Lezioni americane per l’Europa

Cipro, il paradiso fiscale perduto

Refresh. La nuova crisi dell’eurozona è a Cipro. 12 mld di euro salveranno le banche che speculano sul debito greco e gli investimenti in Russia. È l’occasione per cambiare le regole sui paradisi fiscali in Europa

Budget Ue, più o meno Europa?

Entro novembre si fissa il budget dell’Unione europea per i prossimi sette anni: è l’unico strumento di politica per investimenti strutturali, e lo scontro tra governi stavolta è molto forte. E influenzerà l’Ue per il prossimo futuro