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Argentina: gli speculatori incassano il 1200%

2,28 miliardi di dollari a fronte di un investimento iniziale di appena 177 milioni. È la misura dell’eccezionale profitto incassato dal fondo distressed NML, il veicolo offshore della Elliot Management che dal 2001 conduceva una battaglia legale contro Buenos Aires con l’obiettivo di recuperare l’intero valore dei titoli di Stato argentini dichiarati in default www.valori.it

2,28 miliardi di dollari a fronte di un investimento iniziale di appena 177 milioni. Come dire, un rendimento prossimo al 1200%. È la misura dell’eccezionale profitto incassato dal fondo distressed NML, un veicolo offshore (è domiciliato nel paradiso fiscale delle Isole Cayman) di proprietà della Elliot Management, la società del finanziere americano Paul Singer che dal 2001 conduceva una battaglia legale contro Buenos Aires con l’obiettivo di recuperare l’intero valore – sommato a interessi e penali varie – dei titoli di Stato dell’Argentina dichiarati in default. Un risultato clamoroso, frutto del definitivo accordo tra le parti ratificato ieri dal Senato argentino.

La vicenda aveva preso il via nel dicembre del 2001, quando, incapace di pagare un debito complessivo di oltre 130 miliardi di dollari, l’Argentina aveva dichiarato bancarotta avviando un complicato processo di ristrutturazione. Il concambio – ovvero la sostituzione dei titoli in default con nuovi bond per un valore complessivo pari a circa 1/3 di quello originale – era stato perfezionato in due diversi momenti trovando l’accordo del 93% dei creditori. A rifiutare la proposta era stato però un agguerrito gruppo di dissidenti, tra cui lo stesso NML e altri fondi distressed, che insistevano per il recupero dell’intero valore delle obbligazioni. Da lì la battaglia legale che avrebbe raggiunto il suo culmine con la sentenza pronunciata nel 2012 dal giudice della corte distrettuale di New York, Thomas Griesa, che aveva dato ragione ai fondi costringendo l’Argentina a dichiarare, de facto, l’ottavo default della sua storia.

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